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dalle missioni del Mozambico l'amico Marco Squassoni scrive

Invito alla lettura: è un testo interessante, con domande che possono toccare ciascuno di noi ... coraggio!

 

Buongiorno don, ho ricevuto adesso la sua mail perché purtroppo la luce funziona a momenti e con essa anche internet. Ho appreso con gioia che il campeggio è andato molto bene,ottima cosa! Io sto bene, stanco ma felice, lavoriamo tanto ma non mancano anche i momenti di svago e alla sera posso dire di andare a letto cotto ma "pieno". Per me è un po' un ritorno a casa ed è impagabile la gioia unità a stupore di bambini e componenti della missione che non sapevano del mio ritorno. Essendo la seconda volta che vengo in questo posto mi viene spontaneo vivere molto di meno la parte "turistica" e di più quella umana (ad ora ho fatto pochissime fotografie perché mi sembra sempre di infierire su una realtà già abbastanza disprezzata così). Domenica ci siamo divisi in gruppi da 4 e abbiamo partecipato a messe locali nei vari villaggi sperduti nell'entroterra (solo liturgia della parola perché i preti sono "merce rara") ed encomiabile è stata una bambina di 2 anni che dopo aver ricevuto da noi 7/8 pop corn ci ha donato con assoluta naturalezza un biscotto (probabilmente l'unica cosa che avrebbe mangiato durante il giorno). Allora l'abbiamo diviso in 6 parti e dato agli altri bambini e anche se ognuno in fin dei conti ne ha ricevuto poco più che una briciola devo dire che abbiamo ricevuto una grande lezione di vita da una "maestra" così piccolina. Un'altra cosa molto toccante è la dignità con cui vivono, e con cui soprattutto molti bambini, finita l'animazione pomeridiana, reindossano i propri abiti stracciati e tornano a casa.   Per contro mi rendo conto sempre di più che l'africa talvolta è vittima di sé stessa, della disonestà di molte persone adulte soprattutto di chi ha un pizzico di potere (anche solo a livello famigliare o lavorativo) , della violenza e del furto , dell'istruzione scadente, dell'assenza di educazione all'ecologia, della perseveranza nel far figli consapevolmente pur essendo malati di AIDS, ecc... Uno si potrebbe chiedere "perché non glielo insegnate?". La realtà frustrante e per nulla scontata di chi guida una missione è che pur avendo ogni buona intenzione vive in un Paese in cui gli stranieri siamo, un Paese che ha altre ideologie, tradizioni, credenze che talvolta possono non essere concordi con gli insegnamenti promulgati. Per il resto è indubbio il fatto che ognuno di noi pur impegnandosi al massimo riceve di gran lunga di più di quel che può donare ed è consapevole che ne deve far tesoro per integrare il proprio cammino di maturazione che poi guiderà la propria vita in qualsiasi parte e situazione del mondo.
Infine detto tra di noi vorrei chiederle un parere. A volte mi sento volontario a metà: sto con i bambini tutto il pomeriggio, ma con che faccia posso salutarli pensando che andranno a dormire e mangiare in condizioni disumane mentre io tornerò nella mia comoda stanza? Oppure, aiuto a ricostruire una tipica casa (capanna) di una famiglia nel Bairo donata interamente dalle suore e con i soldi delle offerte ma mi chiedo "è dignitoso per loro vivere qua dentro? In questa favela lurida?". Insomma l'africa capita che talvolta porti quasi più domande che risposte. Comunque continuo a camminare certo che il Signore mi aiuterà a trovare le giuste risposte e fare le giuste scelte. Ora filo a letto sotto l'apposita zanzariera perché domattina si lavora e preventivando le volte che mi sveglierò a causa del muezzin che canta nella moschea qua vicino penso sia proprio giunto il momento di riposare.
Un abbraccio e un simpatico saluto
a presto

Marco Squassoni