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Dal diario di Vera Reggiani 8 maggio - 15 giugno 1994

8 maggio 1994

L’amore è da Dio: noi amiamo perché Dio ci ha amato e ci ama in Gesù, per questo noi dobbiamo amare gli altri. È amando gli altri che noi manifestiamo il nostro amore a Dio. Quando non riusciamo ad amare gli altri generalmente ci giustifichiamo o trovando nell’altro le ragioni per il nostro non amore o cercando in noi e nelle nostre mancanze queste ragioni. L’unica cosa da fare invece è vedere quali sono i nostri rapporti con Dio in quel momento.

3 giugno 1994

È arrivata l’estate con la fine delle scuole e il caldo. I ragazzi hanno fatto gli ultimi compiti e le ultime interrogazioni e si dibattono fra paure e incertezze, per quello che sarà l’esito di tutto l’anno scolastico.

Il tempo passa molto in fretta e lascia il suo segno, sempre più pesante: crescono gli acciacchi, diminuiscono l’autonomia, la vivacità, la sicurezza. Bisogna ad ogni istante fare i conti con i propri limiti, soprattutto fisici. I dolori articolari crescono, sia di giorno che di notte, il sonno è sempre più breve, discontinuo, leggero e la stanchezza, la spossatezza crescono di giorno. Il lavoro fisico abbatte molto più di prima, si fa pesante e faticoso. Quello mentale è più lento, la testa rallenta i processi razionali e la memoria ha talvolta dei vuoti inspiegabili.

Ci vuole molta pazienza con gli altri, ma soprattutto con se stessi, per accettare questa stagione della vita che ci è dato di vivere.

13 giugno 1994

L’adorazione si esprime attraverso la preghiera. Intrattenersi volentieri con Dio è preghiera. L’ossigeno dell’anima è la preghiera che esige però uno sforzo, una lotta.

La preghiera deve essere voluta, superando noi stessi, cioè vincendo i momenti in cui l’inerzia ci attanaglia.

La preghiera va compiuta fedelmente ogni giorno. È come il respiro. Senza respirazione non si vive. Deve essere rinnovata sempre di nuovo e sempre da capo. L’uomo deve trovare il proprio tempo per pregare: allora può raggiungere la familiarità con Dio. Questo dono, questo aprirci, questo stare dinanzi a Dio, si chiama adorazione.

Ed è amore puro, come quello di Maria, l’adoratrice perfetta.

15 giugno

Gesù è una promessa: qualcosa di non-dato e qualcosa di donato; di conseguenza l’incontro con il Padre oscilla tra una non-esperienza e la pienezza di un rapporto personale, un tu che non vedi e che ti vede. Un tu che non odi ma ti ascolta. Un tu che non conosci, ma è presente.

Mai lo affermi totalmente, ma è il tu di ogni tu, la sostanza profonda di ogni incontro.