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2023/24 - Catechesi Adulti

IL VANGELO SECONDO MARCO

Con l’inizio di un nuovo anno liturgico, i nostri incontri di catechesi saranno centrati sulla lectio del Vangelo domenicale dell’anno B, il Vangelo secondo Marco.

Quello di Marco è chiamato secondo Vangelo ma in realtà è il più antico e sta alla base di tutta al tradizione sinottica, utilizzato largamente da Matteo e Luca nella composizione dei propri Vangeli. Prima di Marco esisteva solo la tradizione orale nella predicazione, nella liturgia e nella catechesi.

Giovanni Marco, l’autore, era un convertito dal giudaismo, cugino di Barnaba. Gli Atti degli Apostoli lo mostrano in stretta relazione con Barnaba, con Pietro, di cui fu interprete, e con Paolo.

Pietro appare continuamente nel racconto di Marco in tutti i suoi aspetti positivi e negativi. In particolare egli è il primo dei chiamati (1,16-20); accoglie e ospita Gesù nella sua casa a Cafarnao (1,29-31); confessa la fede in Gesù Messia (8,29); fa sempre parte del gruppetto scelto da Gesù come testimone di eventi speciali: la resurrezione della figlia del capo della sinagoga, (5,35-43),la Trasfigurazione (9,2-10) e l’agonia al Getsemani (12,3-16); è il discepolo che non comprende la Passione di Gesù, rivelando il ruolo di satana (8,32; 14,29-31), ma il Maestro gli ricorda il suo vero ruolo di discepolo e il compito permanente di camminare dietro a Lui; è colui che rinnega Gesù durante la Passione e poi piange amaramente (14,66-72); è colui che riceve l’annuncio della Risurrezione di Gesù ed è inviato in Galilea.

Secondo la tradizione, Marco scrisse il suo Vangelo dopo la morte di Pietro tra il 65 e il 70 d. C. per i cristiani non palestinesi e di origine pagana. Lo prova il fatto che vengano spiegate alcune usanze ebraiche: le abluzioni (7,3-4), il primo giorno degli azzimi (14,12), la Parasceve, vigilia del sabato (15,42)… sottolinea l’importanza di annunciare il messaggio evangelico a tutte le genti. Per esse Marco traduce parole aramaiche: Talitha kum (fanciulla alzati), effathà (apriti), Bartimeo (figlio di Timeo)…

Lo stile narrativo di Marco è semplice ed essenziale, Proprio per questo molto efficace. Centrato sull’identità di Gesù, è un cammino verso la rivelazione finale del Figlio di Dio, il Crocifisso, il Cristo, Figlio prediletto in cui il Padre si compiace. Dopo il prologo, il testo si divide in due parti; nella prima parte Gesù è rivelato progressivamente come il Messia atteso la cui vera identità viene fraintesa dai farisei, dai suoi stessi parenti e concittadini e dagli stessi discepoli; di Lui ci si chiede costantemente: “Chi è costui?"

Nella seconda parte, dopo la confessione di Pietro, Gesù è svelato nel mistero del sofferente Figlio dell’uomo e Figlio di Dio. E’ la risposta di Dio a questo interrogativo perché la domanda sull’identità di Gesù diventa tensione e ascolto per accogliere la rivelazione del Figlio di Dio in Gesù Crocifisso.
Il passaggio fra le due parti è segnato dalla domanda di Gesù: “E voi chi dite che io sia?”

Il racconto di Marco inizia e termina in Galilea dove Gesù precede i discepoli, è una storia epifanica che rivela e manifesta progressivamente l’identità e la missione di Gesù fino alla sua rivelazione completa sotto la Croce dove Egli è proclamato Figlio di Dio, titolo che gli era stato attribuito dal Padre nel Battesimo e che ora è riconosciuto e proclamato tale da un uomo.

Il titolo “Figlio di Dio” attraversa come un filo rosso l’intero Vangelo di Marco a partire dal primo verso (1,1) fino alla fine (15,39), la Croce diventa Epifania di Gesù, Figlio di Dio.