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Fantasmi di ieri... e di oggi

Quando da ragazzo ho studiato il fenomeno del nazismo mi sono scontrato con una domanda apparentemente senza risposta: come ha potuto il popolo tedesco, profondo e grande per filosofia, rigore scientifico, poesia, musica… come ha potuto un popolo di tale spessore e qualità farsi travolgere da un’ideologia di morte assurda come quella nazista senza avere la forza di alzare la testa e rigettarla?

La domanda è rimasta a lungo senza ipotesi di risposta convincenti.

Sono passati un po' di anni da allora, la storia è andata avanti… anche in questi ultimi tempi ne osserviamo scorrere i capitoli, come titoli di un film impazzito perennemente sotto i riflettori. E, lo confesso, per quanto riguarda la nostra “piccola storia italiana” mi sto ritrovando a domandarmi come possa un popolo che ha una storia, una cultura, dei valori ricchi come il popolo italiano, trovarsi oggi ripiegato e abbrutito nella passiva accettazione di quanto ci viene quotidianamente proposto.

E questa sensazione di disagio si fa più intensa quando sento risuonare la parola evangelica, limpida, luminosa, colma di senso, di significati, di speranza. Una parola che ha nutrito tante generazioni, e che vedo oggi tanto violentemente e scientemente depotenziata. A tanti livelli. Dai mezzi di comunicazione di massa, asserviti a logiche di potere, controllo, audience, mercato. Da un sistema politico che, sprezzante come non mai, sta perdendo ogni residua dignità e non si prende più neppure la briga di nascondere dietro a qualche discorso di circostanza la pratica quotidiana misera, volgare e umiliante che vediamo ogni giorno. Ma poi da tutti noi, la gente comune, spaesati e confusi, in balia di una parola e di un pensiero vacuo che ci sminuzza e ci disperde in mille rivoli… E anche la Chiesa istituzione, in grande sofferenza, stenta ad essere autorevole nell’aggregare la comunità dei fedeli intorno alla parola viva di Cristo, forse troppo legata a un sistema di potere che seduce ma poi presenta sempre il proprio conto.

Vedo molta confusione, difficoltà nel trovare i confini minimi di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, di ciò che ha un senso e di ciò che senso non ha, titubanti nel prenderci le responsabilità di uomini civili e di cristiani, timorosi nel rinunciare al compromesso sempre-e-comunque che finisce per mettere tutto e tutti sullo stesso piano.

Questo è un clima pericoloso, humus ideale in cui vive, vegeta e prospera la sottocultura che sta programmaticamente smontando pezzo a pezzo la nostra storia, i nostri valori, i nostri significati, la nostra capacità critica e di giudizio a colpi di superficialità, volgarità... lustrini e paillettes.

Temo soprattutto per i ragazzi più giovani, non vorrei che una generazione a cui sono stati espiantati i riferimenti per impiantare con la forza della persuasione gli scarti di una sotto-cultura vuota possa poi faticare a trovare gli anticorpi per rigettarne l’ideologia a corredo.

Il timore, le domande rimangono aperte, un po’ come in quel tempo in cui, approfondendo il nazismo, non riuscivo a farmi una ragione che un grande popolo fiero e profondo come il popolo tedesco fosse stato incapace di alzare la testa e dire con forza no a quella folle ideologia che ha finito per sconvolgere la storia del secolo scorso…