Ammirare il presepio! e qualche foto!
GUARDANDO IL PRESEPE DI S.EGIDIO…..
Già da qualche anno il presepe di S.Egidio è bello e molto curato, ma quest’anno gli “autori” si sono sicuramente superati! Le loro competenze tecniche e architettoniche, la abilità manuali, la fantasia e la creatività hanno dato origine a qualcosa di…. bellissimo, affascinante e quasi magico. Quante persone, entrate per vedere, si fermano incantate, guardano, riguardano, commentano, sorridono e..(speriamo!) pregano.
Anch’io mi sono fermata più volte e ogni volta notavo qualcosa di nuovo, di diverso, quasi ci fossero più strati, più livelli per comprenderlo, più occhi con cui guardarlo.
Il primo impatto che colpisce è la sua grandezza, non tanto nella disposizione, che è già notevole, ma l’estensione territoriale che vuole rappresentare: dalle piramidi a Petra, dal deserto dei beduini al palazzo romano, dalla santa capanna al paesaggio di paese. Ci invita a inserire l’evento in una situazione geografica e storica ben precisa, non un generico “posto”, uguale a tutti gli altri, ma nella Palestina di quell’epoca con tutte le differenze che vi erano presenti. Gesù che nasce è uomo concreto, inserito in una storia, in un ambiente che determina e dà senso all’evento stesso.
Uno degli aspetti che colpisce la nostra attenzione è la cura e la dovizia di particolari: le tende berbere con il fuoco, il grill per cuocere la carne, il recinto con gli animali piccoli e grandi, i soldati romani con corazza e armi, il famoso monumento di Petra e tanti altri che invito ad osservare. Non è pedanteria o precisione esagerata, ma volontà di cogliere il mondo nella sua realtà più concreta. C’è la volontà di caratterizzare la nascita di Gesù tra persone reali, non fantocci.
Un altro aspetto visivo a mio parere significativo è il senso della prospettiva dato a tutta l’ambientazione: le dimensioni delle statuine variano a seconda della posizione, dando il senso della lontananza e dello spazio. In primo piano la capanna, dove i personaggi sembrano concentrati su ciò che sta avvenendo li, non distratti dagli avvenimenti intorno a loro.
Non si può inoltre notare la bellezza delle costruzioni, della strada che passa sul torrente, dei vari mulini che girano e dei personaggi animati (uno pesca, uno fa il formaggio…).
C’è un livello diverso con cui guardare il presepe. Se è segno deve indicare ciò di cui è segno, cioè deve aiutare a comprendere sempre meglio il vero senso del Natale, cioè la nascita di Cristo. Se i nostri occhi sono “tarati” sul natale del “siamo tutti più buoni” e “cenone e cotechino”, allora il segno perde di significato: resta una costruzione, sia pure bellissima, ma sempre un oggetto fine a se stesso, che non parla al nostro cuore. Ma se ciò che vediamo con gli occhi muove in noi una riflessione, ci aiuta ad andare oltre, a comprendere il vero senso della venuta di Cristo Redentore nel mondo e nella storia per la nostra salvezza, allora il segno avrà compiuto il suo ruolo.
Questo presepe in me ha suscitato alcune riflessioni che provo a condividere.
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La centralità della capanna e di ciò che lì sta accadendo: non mi devo far confondere, distrarre o distogliere: è questo il vero senso del Natale.
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Cristo nasce nella storia, in quella storia e in quel territorio: non è una “favoletta” per bambini, è profonda e vera concretezza.
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Il paesaggio intorno alla capanna è molto semplice e comune: anche oggi, nel nostro mondo avviene la nascita di Cristo, nella semplicità dei nostri giorni.
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Ogni aspetto della costruzione è curato nei minimi particolari: questo è un grande segno di amore, prima di tutto da parte di chi l’ha costruito e progettato, ma stimola tutti noi ad avere amore per la nostra realtà, per quello che viviamo, progettiamo e realizziamo.
Invito tutti, piccoli e grandi, a provare a guardare il presepe, soffermandosi sui particolari, lasciandosi affascinare dal contesto e lasciando che quando vediamo smuova il nostro cuore e ci faccia vivere il vero senso della festa del Natale.
Un particolare ringraziamento è dovuto agli autori che nel silenzio, senza pubblicità e senza alcun riconoscimento esplicito, hanno creato questo capolavoro, donando tempo, competenze, fantasia e professionalità. A loro un grazie e tanti auguri che il Signore li ricompensi con ogni benedizione.
Buona visione e……buona riflessione!! ELENA STRANIERI
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