Salta navigazione.
Home

Prima settimana di Avvento (28 novembre - 4 dicembre 2021)

Prima settimana di Avvento 28 novembre - 4 dicembre 2021

Parrocchia di S. Egidio e S. Apollonia

Via Frattini, 36 Mantova             0376 / 323382

Vangelo secondo Luca, capitolo 21, versetti dal 25 a 136 (Vedranno il Figlio dell'Uomo venire con grande gloria … State ben attenti che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita … Vegliate e pregate in ogni momento).

Dalla prima lettera di Paolo ai cristiani di Tessalonica: "Voi avete imparato dalla nostra predicazione come comportarvi in modo da piacere a Dio … Voi conoscete quali norme di vita vi abbiamo dato da parte del Signore Gesù".

 

Oggi iniziamo l'anno secondo il calendario liturgico della Chiesa. Si tratta del tempo lungo il quale viene proposto ordinatamente l'intero mistero del dono di Dio, dalla creazione fino al compimento finale. Ciò avviene mediante tempi definiti, i cui vertici sono il ciclo di Avvento e Natale ora, più avanti il ciclo di Quaresima e Pasqua. Così lo scorrere del tempo della nostra vita quotidiana e dei nostri impegni ordinari si innesta nel tempo di grazia che Dio dispone per l'umanità. Non è solo tempo che passa, tempo cronologico; è soprattutto tempo di grazia, cioè del dispiegamento del progetto di salvezza. Questo viene ritmato dalla preghiera comune della chiesa, e in particolare dalle celebrazioni domenicali e delle Feste del Signore Gesù.

Così eccoci all'inizio del nuovo anno liturgico. Con la riforma voluta dal Concilio Vaticano Secondo nel ciclo dei tre anni vengono letti e presentati nelle chiese i tre vangeli sinottici (Matteo, Marco e Luca), mentre il quarto vangelo (Giovanni) viene distribuito secondo le opportunità in diversi momenti, specialmente nel lungo ciclo delle feste pasquali.

Quest'anno ci accompagnerà il vangelo secondo Luca, chiamato di vangelo della misericordia, perché sottolinea costantemente t'incontro di grazia, di perdono, di misericordia di Gesù con i peccatori. Sua è la notissima parabola del “figliol prodigo”. Ancora si nota il forte interesse missionario del terzo vangelo: l'annuncio di gioia e di salvezza, che attraversa anche il libro degli Atti degli Apostoli (libro scritto dalla penna dello stesso evangelista) raggiunge gli estremi confini del mondo del primo secolo.

Dunque iniziamo oggi l'anno liturgico, e lo iniziamo dalla sua stessa chiusura, o meglio dal raggiungimento del suo scopo: il regno di Dio. Avvento infatti non è propriamente il tempo dell'attesa, ma il tempo della venuta del Signore nella storia umana. E poiché la meta è la seconda e definitiva venuta di Gesù nella pienezza della gloria di Dio, ecco la chiesa fa iniziare l'anno liturgico propria da quella venuta finale. Nella seconda parte del breve periodo dell'Avvento l'attenzione si concentrerà sulla prima venuta del Signore, cioè sugli avvenimenti che ruotano intorno all'annuncio, alla nascita, all'infanzia dì Gesù (tempo di Natale).

La venuta del Signore è preceduta (come spesso anche la nostre venute) dalla promessa: ci sarà un tempo di grazia e di salvezza; tempo che, come un fiore, germoglia dalla pianta di Davide, il re al quale Dio ha rivolto la promessa di essere fedele alla sua casa e all'intera umanità, presenta la sua venuta nella gloria e col potere di grazia, che Dio Padre gli ha conferito, come un grande sollievo e una liberazione. Dopo le prove e le tribolazioni delle vicende personali e collettive, dopo le prove della vita e della fede, Gesù porta sollievo, riposo, gioia, festa. Questa sarà la seconda venuta del Signore.

Un incontro tanto importante deve trovarci pronti: chi è impreparato sarà molto svantaggiato, come uno che per propria responsabilità rischia di perdere la grande occasione della vita. E' impreparato chi sciupa la sua vita nella sregolatezza, nel disimpegno morale, nell'odio e nell'indifferenza verso gli altri, nella trasgressione degli insegnamenti di Gesù. E' ben preparato chi è concentrato, visto che non sappiamo quando avverrà il grande incontro di salvezza; concentrato nella preghiera assidua personale e comunitaria, che ci tiene svegli, come all'erta, pronti a scattare non appena udiremo la chiamata di Cristo; concentrati non in preoccupazioni affannose che ci schiacciano, ma in ogni opera di bene che mostra l'amore vicendevole dei figli di Dio.