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Seconda domenica e settimana di Quaresima (8-14 marzo)

La prima lettura (genesi, cap. 12, versetti da 1 a 4) presenta nella chiamata di Dio ad Abramo l'invito a lasciare la propria terra (la sua stabilità) per fidarsi della promessa di Dio: a quest'uomo anziano e senza figli si apre una benedizione e una posterità grande, anzi universale ... il popolo dei credenti riconoscerà in Abramo il loro comune padre.

Alla promessa di Dio si congiunge la seconda lettura (seconda lettera a Timoteo,  cap.1. dal versetto 2 al 10), che annuncia la vocazione di ogni uomo ad accogliere il dono di Dio nella persona di Gesù, e in particolare nel cuore della sua vicenda: la morte e la risurrezione pasquale. Il vangelo è la famosa pagina della trsfigurazione (o metamorfosi di Gesù): Matteo, cap. 17, dal versetto 1 al 9. Il contesto la situa in un momento decisivo della vita del Cristo: dopo la solenne professione di fede da parte di Pietro (Tu sei il Messia, il Figlio del Dio vivente), Gesù precisa immediatamente che la sua vicenda passa interamente attraverso la passione e l'uccisione, e che solo in questo modo egli può raggiungere la gloria di Dio. Prevedibile il rifiuto opposto da Pietro (solo da lui?), che non comprende perché il regno di Dio debba realizzarsi proprio attraverso quella umiliazione e sconfitta. Ma altrettanto e ancor più dura la reazione di Gesù: che riconosce in Pietro la grande tentazione, quella di credere alla gloria di Dio secondo il modello del potere mondano. Allora per aiutare gli apostoli (e noi) a comprendere il progetto di Dio, Gesù conduce alcuni di loro sul santo monte della Trasfigurazione. 

Ebbene questo è il monte sul quale si rivela la gloria (o la presenza) di Dio stesso: è il monte dell'Esodo, qunado Dio dona la sua alleanza e la sua legge al popolo di Israele. Non a caso sono presenti (oltre i tre apostoli scelti da Gesù, il nucleo della chiesa)  anche i grandi testimoni dell'Antico Testamento. Mosé e Elia (in rappresentanza della Legge e dei Profeti) discorrono con Gesù della sua morte. Ora in Pietro riemerge prepotente la tentazione di indirizzare Gesù verso una missione subito trionfale, secondo le regole del potere mondano; così Pietro cerca di bloccare la storia di Gesù sulla svolta gloriosa, impedendo la discesa dal monte, ossia l'affronto della passione. Ebbene é lo stesso Dio che interviene a rivelare il mistero della vicenda di Gesù: la sua luce avvolge e penetra i discepoli, ed egli accredita Gesù così: Questi è il Figlio mio, il Prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Frase brevissima che riassume il progetto di Dio, espresso nella Lgge (Genesi) e nei Profeti (Isaia). A conferma ulteriore, rivolgendosi ai discepoli e oggi a noi, Dio Padre dice: Ascoltatelo. Dunque non si deve fuggire lontano dal Gesù della passione, al contrario si deve seguirlo e camminare dietro a lui, come fedeli discepoli. Infatti essi hanno visto Gesù nella gloria e nella vita piena di Dio.

Gesù è la via da seguire, la verità di Dio, la vita dell'uomo.