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Terza domenica e settimana di Quaresima 15-21 marzo

Procede il nostro cammino quaresimale verso la Pasqua, nel bel mezzo della prova che stiamo vivendo come comunità nazionale, e ormai anche mondiale. Ci illumina, ci sostiene, e ci tiene uniti come comunità cristiana la forza di Dio che ci parla e ci incontra nelle pagine della Scrittura di questa domenica.

Il popolo di Israele (libro dell'Esodo, inizio del cap. 17) è stato liberato dalla schiavitù in Egitto, e pieno di giovane forza affronta il passaggio nel deserto. Ma non senza sorpresa, si presentano nuove difficoltà, prima fra tutte la scarsità dell'elemento principale della vita: l'acqua. Monta la protesta contro Mosé e contro Dio: in fondo che libertà può essere quella che ti consegna non al benessere ma a una nuova prova? Così il popolo (e oggi noi) rovesciamo la situazione: invece di lasciarci testare da Dio, siamo noi a tentare lui: Dio è in mezzo a noi sì o no? Certo Dio interviene facendo scaturire acqua dalla roccia, rassicurando così il suo popolo. Eppure il messaggio è chiaro: non siamo arrivati alla meta (la terra e la vita umana pienamente rinnovate), siamo lungo il cammino, le prove non mancano e non mancheranno. Nel percorso Dio mostrerà la sua presenza e il suo intervento provvidenziale, ma sbaglia chi confonde il percorso con la meta.

San Paolo (lettera ai cristiani di Roma, cap. 5) canta la bellezza della chiamata alla fede in Cristo salvatore, fede che apre alla speranza di una vita piena ed eterna; ciò è possibile perché lo Spirito di Dio versa nel cuore dei credenti l'amore stesso di Dio in modo smisurato. Ecco come questo amore si mostra a noi: Dio ci ha amati non perché eravamo giusti e santi, ma ci ha reso giusti e santi perché ci ha amati. In altre parole, Dio ci ha amato quando eravamo suoi nemici / peccatori, e ora noi (con l'intera umanità) possiamo vivere lieti e fiduciosi davanti e con lui.

E ora la splendida pagina evangelica: vangelo secondo Giovanni, capitolo 4. Gesù è in missione in Samaria, una regione ostile agli Ebrei (e viceversa) per motivi religiosi e politici. Incontra una donna; ne scaturisce un dialogo, che all'inizio è proprio tra sordi. Poi, passo dopo passo, Gesù conduce quella donna a scoprire che la vita non può ridursi alla soddisfazione del bisogno di bere l'acqua fornita dal pozzo presso il quale si incontrano. Come è vero che non di solo pane vive l'uomo, altrettanto è vero che non di sola acqua può dissetarsi l'uomo. La sete di vita si placa col dono della vita eterna: e questa è l'acqua che Gesù è in grado di donare a quella donna e a tutti coloro che si affidano a Dio e a lui.

A questo punto Gesù offre alla donna una provocazione decisiva, che riguarda la sua vita personale, i suoi affetti, la sua identità...... Segue una sopensione e a prima vista una divagazione. La donna introduce una delle questioni più scottanti tra Giudei e Samaritani: quel è il culto vero di Dio, quello offerto dai Giudei a Gerusalemme o quello offerto dai Samaritani in Samaria? La risposta di Gesù, che ormai la donna riconosce come un uomo che parla con l'autorità di Dio stesso, è soprendente: l'adorazione di Dio non è questione dell'uno o dell'altro santuario, ma avviene in Spirito e verità, ossia nel riconoscimento che mediante la fede gli uomini (di ogni nazione, popolo, ecc.) possono incontrare    personalmente Dio, per mezzo di Gesù.

La donna ribatte con una domanda stringente: Chi è dunque il Messia (il mediatore vero tra Dio e noi) che ci spieghi ogni cosa? ..... (nuova sospensione) .... Segue l'atto rivelativo finale; con leparole di Gsù: Sono IO che TI parlo. Esplode l'INCONTRO   (l'acqua che disseta per la vita eterna, il vero culto di Dio, la possibilità di una vita finalmente giusta per questa donna). 

Il vangelo non ci riporta la reazione della donna; cambia improvvisamente la scena, arrivano i discepoli indaffarati e preoccupati di tutt'altro: è mezzogiorno, bisogna pensare a sfamarsi  (in questo assomigliano molto al popolo preoccupato per l'acqua); Gesù orienta il loro interesse in tutt'altra direzione: devono impegnarsi nella missione in cui Gesù stesso è impegnato, questo è il cibo di Gesù e dei cristiani.

E la donna, dov'è finita? Colpita dalle parole e dall'incontro con Dio mediante Gesù. ella ha trasmesso il suo incontro con Gesù ai suoi compaesani, precisando che Gesù l'ha aiutata a capire se stessa, la sua vita, e il suo bisogno di essere rinnovata e salvata. Ormai non è più una donna sospettosa, polemica, diffidente, è una donna credente e missionaria. E i suoi compaesani si fidano di lei, e a loro volta si rendono disonibili all'incontro con Gesù. Anzi essi stessi prendono l'iniziativa di incontrarlo, e professono la loro fede così: Costui è veramente il salvatore del mondo. Ora questa donna diventa il modello della chiesa che non deve pensare a se stessa, ma vivere per la missione.

In sintesi ecco il messaggio e il percorso di questa domenica e di questa settimana, un messaggio molto adatto alla situazione sociale. familiare, personale di queste settimane:

la prova

la speranza

L'INCONTRO

la missione