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Domenica delle palme e PASSIONE DEL SIGNORE

Per non dilungare troppo la presentazione di questa domenica delle Palme (ma non ci sarà alcuna processione né distribuzione dei rami di ulivo), concentriamo l'attenzione solo sul Vangelo della Passione e Morte del Signore. Con una precisazione importante: i racconti evangelici non mettono nessuna cesura tra passione e risurrezione. E'  una esperienza molto significativa leggere di seguito l'intero racconto, come gli evangelisti lo hanno scritto.  Seguiamo il primo vangelo (Matteo) ricordando che Gesù è a Gerusalemme già da alcuni giorni (il solenne ingresso messianico), affronta dispute con i capi, racconta parabole sul rifiuto del regno di Dio, sulla necessità di essere vigilanti e sul giudizio finale. La narrazione di Matteo si qualifica per alcuni tratti essenziali, tre precisamente.

Anzitutto nella Passione tutto avviene come 'compimento delle Scritture': cioè gli avvenimenti, le decisioni libere di ciascuno, le sofferenze del Signore, il tradimento di Giuda, etc. sono incastonati nel dono di Dio, che è fedele all'uomo peccatore e lo incontra donando il suo unico Figlio. Nulla avviene che non sia accolto da Dio nella missione di Gesù, a sua volta fedele al Padre fino all'estremo. Da qui il ritornello: così si adempirono le Scritture...

Per questo motivo Gesù domina completamente ogni singola scena ed è sempre al centro: egli sa in anticipo ciò che gli capita; nella passione e morte la missione di Gesù non si interrompe, al contrario giunge al culmine. Pertanto nell'intera vicenda egli risalta nella pienezza della sua dignità: è il Signore, è il Messia, è il Figlio di Dio.

Infine non si può non notare la divergenza drammatica tra il progetto di Dio e le libere scelte degli uomini: tutti giungono all'estremo nel male e nel bene. Ci sarà almeno un uomo obbediente a Dio? Sì, colui che è l'UNICO, Gesù. Perciò Dio Padre lo risuscita, e Gesù diventa riscatto e liberazione per l'intera umanità.

Ecco le sezioni principali (invito ad avere a lato la Bibbia - Nuovo Testamento, primo vangelo):

Matteo capitolo 26, versetti da 1 a 16: preparativi per la morte, unzione del capo di Gesù (come segno anticipato della sua sepoltura), contatto-tradimento di Giuda.

Capitolo 26, 17-29: la Grande Cena Pasquale, nella quale Gesù nel segno del pane e del vino annuncia la sua morte imminente e la interpreta così: è il DONO DELLA SUA VITA, di se stesso, è il sacrificio. Mangiare la Pasqua = nutrirsi del Corpo e Sangue di lui, offerti alla Chiesa come anticipo e pegno del compimento del Regno di Dio.

Capitolo 26, 30-56: la predizione dello scandalo dei discepoli che si rifiutano di accogliere un Messia sofferente (mentre le Scritture lo avevano profetizzato, e Gesù lo aveva ripetutamente annunciato); la GRANDE PREGHIERA AL PADRE, per superare la tentazione finale, quella a cui invece soccombono i discepoli (allora e oggi?); segue l'arresto di Gesù.

Capitolo 26,versetto 57 fino al capitolo 27, versetto 10: alla domanda del sommo sacerdote se Gesù si identifica come Messia, Gesù risponde rivendicando per sé la dignità unica di colui che vive nella gloria di Dio e ritornerà come giudice del mondo; è questo lo scandalo di fronte al quale si troveranno d'ora in poi tutti gli uomini (anche noi oggi), e non solo i capi dei Giudei. Subito dopo Pietro rinnega di conoscere Gesù (ma Pietro è e sarà l'unico a misconoscere Gesù...?); segue la triste sorte di Giuda.

Capitolo 27, 11-31: il processo davanti al giudice imperiale; l'astio e le pressioni dei capi del popolo e il terribile baratto con Barabba, quindi il crollo della (famosa!?) giustizia romana e la condanna a morte di colui che è stato riconosciuto innocente dalla legge. Ma anche ora la verità fa' capolino: le guardie romane, mentre canzonano Gesù, lo dichiarano "re" e mentre compiono davanti a lui i gesti dovuti all'imperatore romano divinizzato, Gesù inaugura il Regno di Dio, per la salvezza non dell'impero... ma degli uomini. Il Messia sofferente e umiliato condivide dunque la regalità stessa di Dio!

Capitolo 27, 32-61: Gesù viene crocifisso, ed ecco di nuovo si svela la verità, che nessuno dei capi voleva riconoscere: alla sommità della croce sta scritta la sentenza "Questi è Gesù, il re dei Giudei" e, attraverso i Giudei (cioè per mezzo loro, perché la salvezza viene dai Giudei) la salvezza promessa a questo popolo viene a tutti. Infatti mentre i capi constatano crudelmente che Gesù non può salvare se stesso, riconoscono anche che ha salvato gli altri! Contraddizione di un Messia impotente o fedeltà di un Dio che ama fino all'estremo? Anche l'agonia sulla croce riserva una sorpresa: Gesù prega il salmo che inizia con le famose parole: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato? Questo grido di disperazione termina con un inno di vittoria (invito a pregare attentamente nei giorni della settimana santa proprio il salmo numero 22!). E Dio accoglie la preghiera di Gesù e gli assicura, proprio a partire dalla sua morte, una discendenza fedele: addirittura il capo romano (esecutore della pena di morte) di cento soldati esclama: Veramente quest'uomo era il Figlio di Dio. Ma alla tomba si ritrovano anche altre persone: un pio Giudeo, alcune donne fedeli; insomma il naufragio dei discepoli non è stato totale, qualcuno (soprattutto qualcuna) non ha tradito. Dalla croce riparte, o meglio rinasce la chiesa, un pò malconcia, ma pur sempre viva. La Vita vera si manifesterà tre giorni dopo.

Ecco dunque l'invito a meditare anche la Resurrezione del Signore: capitolo 27 versetto 62 fino a capitolo 28 versetto 20.

 

Restiamo uniti nella preghiera e nella carità verso chi è nel bisogno!

Buona domenica! Altri spunti nei prossimi giorni sempre su questo sito!