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Bob Dylan e Joan Baez: ambasciatori di pace!

Carissimi amici, vorrei porre alla vostra attenzione due artisti che hanno fatto cantare, ballare, riflettere milioni di persone nel secolo scorso e che ancora sono tra i primi nelle playlist di molti di noi: non solo di qualche nostalgico ma anche di ragazzi giovani (io mi reputo tale) che amano la musica impegnata. Robert Allen Zimmerman, in arte Bob Dylan si è battuto e tutt'ora si batte per la pace: nelle sue canzoni troviamo tutto l'ardore e il suo amore per quei valori che sembrano essere passati in secondo piano: riservati a vecchi nostalgici appunto, distaccati dal mondo reale di guerra e sofferenza, mali che sembrano ineluttabili. Joan Baez ha sposato la causa di Bob, interpretando magistralmente le sue opere e partecipando a concerti in favore della Pace, duettando con lui e ponendosi sempre con semplicità e passione. E' musica vera, genuina che viene direttamente dai cuori e prende i cuori delle persone! La sua poesia, il loro stile, le loro voci...sono unici!

Potete guardare questo video, di una delle canzoni simbolo di tutta la sua produzione, in cui Bob Dylan e Joan Baez interpretano in coppia Blowin' in the Wind composta nel 1962 e ispirazione per centinaia di cover in tutto il mondo: pure noi in campeggio cantiamo "Risposta", (un po' riduttiva e neanche confrontabile all'originale per musicalità e fluidità secondo me) però comunque fonte di un desiderio vivo di un mondo migliore e che può esserlo.

BLOWIN' IN THE WIND
Bob Dylan (1962)

How many roads must a man walk down
before you call him a man?

How many seas must a white dove sail
before she sleeps in the sand?

Yes, 'n' how many times must the cannon balls fly
before they're forever banned?

[Chorus:] The answer, my friend, is blowin' in the wind,
the answer is blowin' in the wind.

Yes 'n' how many years can a mountain exist
before it is washed to the sea?

Yes, 'n' how many years can some people exist
before they're allowed to be free?

Yes, 'n' how many times can a man turn his head
And pretend that he just doesn't see?

[Chorus:] The answer, my friend, is blowin' in the wind,
the answer is blowin' in the wind.

Yes 'n' How many times must a man look up
before he can see the sky?

Yes, 'n' how many ears must one man have
before he can hear people cry?

Yes, 'n' how many deaths will it take till he knows
that too many people have died?

[Chorus:] The answer, my friend, is blowin' in the wind,
the answer is blowin' in the wind. (twice)

 


Joan Baez e Bob Dylan poco più che ventenni in una foto del 1963

 

Bob Dylan e Joan Baez in una foto del 2007: un sodalizio lungo una vita.

 


God is God - Dal nuovo album di Joan Baez


/>(Se non riuscite a vederlo cliccate QUI)

Per festeggiare i suoi cinquant'anni di carriera musicale, la regina della musica folk americana e mondiale, Joan Baez, ha pubblicato un album nuovissimo per i suoi fan, intitolato The Day After Tomorrow, presentato anche in Italia l'ottobre scorso al Teatro Smeraldo di Milano. La collezione contiene 10 brani scritti da Tom Waits, Elvis Costello, Patty Griffin e Steve Earle e interpretati da Joan con la consueta profondità con quell'inconfondibile timbro di voce. La prima canzone nella quale mi sono imbattuto per poi cercare di procurarmi l'intero album, è God is God, una canzone a mio avviso molto ma molto bella: ho cercato di tradurla però ovviamente su alcune parti ho dato una mia interpretazione essendo un'opera di poesia straniera; ho comunque cercato di attenermi scrupolosamente al testo inglese.

 

GOD IS GOD (Steve Earle)

I believe in prophecy.
Some folks see things not everybody can see.
And,once in a while,they pass the secret along to you and me.

And I believe in miracles.
Something sacred burning in every bush and tree.
We can all learn to sing the songs the angels sing.

Chorus:
Yeah, I believe in God, and God ain't me.

I've traveled around the world,
Stood on mighty mountains and gazed across the wilderness.
Never seen a line in the sand or a diamond in the dust.

And as our fate unfurls,
Every day that passes I'm sure about a little bit less.
Even my money keeps telling me it's God I need to trust.

Chorus:
And I believe in God, but God ain't us.

God,in my little understanding, don't care what name I call.
Whether or not I believe doesn't matter at all.

I receive the blessings.
That every day on Earth's another chance to get it right.
Let this little light of mine shine and rage against the night.

Just another lesson
Maybe someones watching and wondering what I got.
Maybe this is why I'm here on Earth, and maybe not.

Chorus:
But I believe in God, and God is God.

DIO E' DIO

Credo nelle profezie,
certa gente umile vede cose che non tutti possono vedere
e,in un istante, sussurra il segreto tra me e te.

Io credo nei miracoli,
qualcosa di sacro che arde in ogni cespuglio e albero.
tutti noi possiamo imparare a cantare le canzoni angeliche.

Chorus:
Sì, Io credo in Dio, e Io non sono Dio.

Ho viaggiato per il mondo,
Sono stato in piedi su maestose montagne e ho aguzzato lo sguardo attraverso deserti
Non ho mai visto solchi nella sabbia o un diamante nella polvere.

E come il nostro destino è inspiegabile,
ogni giorno che passa sono più incerto e del giorno prima e
anche se il mio denaro mi trattiene dal raccontarlo, è di Dio di cui ho bisogno di fidarmi.

Ch.:
E io credo in Dio, e noi non siamo Dio

Mio Dio, nella mia infima conoscenza, non ti curare del nome che io chiamo,
Se io creda o meno non importa per nulla.

Sono stato benedetto.
ogni giorno sulla Terra è per me una nuova possibilità di diventare un uomo migliore.
Lascia che questa piccola mia luce splenda e si adiri contro la tenebra.

Solo un'altra lezione, forse qualcuno mi osserva e si meraviglia del dono che ho ricevuto.
Forse è questo che mi è stata donata la vita, o forse no.

Ma io credo in Dio, e Dio è Dio.

Lascio alla vostra discrezione un'intervista che la stessa cantante ha rilasciato a Fabio Fazio lo scorso autunno alla trasmissione "Che Tempo che Fa" su raitre. Discute sulla natura della canzone, sulla natura dell'album e poi concentra un lungo discorso sulla pace, motore che ha sempre guidato Joan nella sua vita sociale e musicale, che le ha fatto vivere esperienze fortissime che ha poi riversato con grande umanità e intensità nel suo repertorio folk. E' il ritratto di una musica consapevole, impegnata e molto forte che sa appassionare il pubblico e le anime di meno giovani e giovani, compreso l'individuo scrivente.



arte e canzonette ...

anche ai nostri giorni esistono poeti "ufficiali", uomini e donne in grado di cogliere con le parole ciò che un po' tutti portiamo dentro ma spesso non riusciamo a sintetizzare ed esprimere in una forma al contempo semplice, compiuta ed esteticamente bella. 
Sì, certamente queste persone esistono anche oggi, e credo non ci si debba scandalizzare all'idea che l'evoluzione dei tempi porti sempre più spesso queste persone ad avvalersi di circuiti commerciali quali ad esempio quello della canzone. Come non ha molto senso vergognarci nel riconoscere semi di arte nella produzione discografica contemporanea, per il solo fatto che purtroppo questa è tanto spesso inondata di tanta spazzatura e bananalità. 

Il fatto è che questa arte esiste davvero, e tutti lo possiamo riconoscere in molte opere in grado di darci grandi emozioni ancora a decenni di distanza dalla loro composizione.
Non conosco a fondo Bob Dylan e Joan Baez, ma ritengo che abbiano dato un grande apporto proprio per aver messo a fuoco e trasmesso l'idea che il genere canzone ha pieno titolo per poter diventare "canzone d'autore", ossia un vero e proprio genere letterario e artistico.

Questa tradizione ha avuto un seguito ricco e importante anche in Italia, dove un'intera generazione di cantautori si è cimentata con impegno e successo nel plasmare lo strumento "canzone" facendone un genere artistico in grado di trasmettere emozioni e contenuti. Quanto alla mia esperienza, vorrei qui citare Fabrizio De Andre', artista in grado di fondere e plasmare emozioni e parole come solo pochi grandissimi sanno fare. E lo cito volentieri proprio in questa sezione ricordando la celebre citazione di Fernanda Pivano (figura di grande interesse e spessore della cultura italiana del '900 nonche' profonda conoscitrice della cultura americana), che di fronte a un intervistatore che le chiedeva se Fabrizio De André non potesse essere considerato un po' il Bob Dylan italiano, con disarmante sicurezza gli rispose: « Credo che Bob Dylan sia il Fabrizio De André americano! ». Valga questo come stimolo alla curiosità e invito a tutti i ragazzi di questa nuova generazione ad avvicinarsi all'arte di un grandissimo dell'arte italiana come Fabrizio De Andrè.