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video sconvolgente

Ciao a tutti,

vorrei suggerire la visione di questo video http://www.la7.it/blog/post_dettaglio.asp?idblog=ILARIA_DAMICO_-_Exit_15...

che è stato trasmesso durante la  puntata di ieri del programma televisivo "Exit" su la7. Parla del problema (o meglio, tragedia) dei rifiuti tossici in Campania e della contaminazione di animali e prodotti agricoli che poi noi consumatori andiamo ad acquistare all'Ipercoop o in ogni altro supermercato fidandoci del fatto che sono prodotti italiani. Io l'ho trovato veramente sconvolgente e sono indignata del fatto che una cosa cosi grave passi inosservata agli occhi dell'opinione pubblica e delle istituzioni.

buona (si fa per dire) visione!

Elena

La tragedia continua

Purtroppo non ci sono buone notizie. Anzi. Pochi giorni fa ho ricevuto una e-mail da una giovane collega casertana a sua volta raggiunta dalla mail che, per la sua intensità, riporto totalmente.

 

Carissimi,
 
mi permetto di rubare qualche minuto del vostro tempo con un argomento non strettamente accademico, ma che riguarda una tragedia che si
consuma in Italia tra il silenzio generale.
 
Non so se tutti voi sapete cosa succede tra la provincia di Napoli e Caserta, in quella che è stata definita per primo da Roberto Saviano come 'terra dei fuochi', una fetta di territorio italiano chiaramente extraterritoriale dove valgono altre leggi.
 
Lì ogni giorno, alla luce del sole, si bruciano rifiuti di tutti i generi, soprattutto quelli che un tempo sarebbero stati definiti 'speciali'.
Biutiful Cauntri, quel documentario angosciante, ha già portato prove dei rifiuti che vengono da ogni parte d'Italia per essere 'smaltiti in maniera economicamente conveniente', avvelenando irrimediabilmente aree tra le più densamente popolate d'Italia.
Trovate qui lo spezzone sulle intercettazioni:
 
La cosa incredibile è che nonostante la denuncia di Gomorra e di Biutiful Cauntri, e nonostante le denunce quotidiane da parte della popolazione locale, i rifiuti continuano ad essere bruciati con le stesse modalità e negli stessi posti di prima.
Senza che nessuno dalle istituzioni abbia mosso un dito.
Eppure non sono località nascoste, non sono roghi che possono passare inosservati. Basta farsi un giro sull'A1 vicino al casello
napoli-nord, tanto per intenderci, e si vedono delle cose agghiaccianti.
 
Perché nessuno possa dire di non sapere, perché nessuno possa affermare che non ci sono denunce da parte della gente, un gruppo di ragazzi con molto coraggio e affrontando molti rischi personali sta da tempo mappando questi episodi.
 
 
Qui la mappa:
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Poi, dopo qualche tempo, finalmente se n'è occupato anche qualche giornalista a livello nazionale, il tg3 per l'esattezza:
 
 
E qui trovate una rassegna dei video più convincenti su rainews24:
 
Credo sia doveroso cercare di diffondere il più possibile la cognizione di quello che accade nei dintorni di Napoli mentre il Governo fa spot sulla 'fine dell'emergenza'.
Perché non è un problema solo di Napoli, né riguarda solo la salute dei napoletani.
 
Napoli è un laboratorio. Se il metodo funziona lì, può essere esportato tranquillamente altrove.
 
Cordiali saluti (e tanta rabbia)
A. C.

Monopolio mediatico

Questo e molto altro è parte del nostro mondo moderno, in cui la principale fonte di informazione sono i media. I media sono - a livello mondiale - nelle mani di pochi, si assiste ad una concentrazione sempre maggiore delle proprietà in grosse multinazionali dell'informazione. E quei pochi sono potenti, hanno interessi elevatissimi a che la gente creda in una realtà costruita a tavolino. Non è una mia idea, questo è frutto di ricerche approfondite sugli effetti dei media. Ogni giorno l’agenda mediale (parlo soprattutto della TV che è lo strumento più pervasivo)  viene costruita con tecniche particolari, con l'alternanza di notizie “hard” e notizie “soft”, in modo che tutto passi, in modo che le notizie colpiscano per 5 minuti e poi basta, portando nelle case singoli drammi familiari o sociali in cui il telespettatore si possa riconoscere ma contemporaneamente sia abbastanza lontano da poter dire: “si, è capitato a quelli lì, ma a me non capiterà”. Come in una fiction. Piango davanti al dramma, così lo esorcizzo, lo rimuovo, e sono a posto!!
Non abbiamo tempo per l’indignazione, nella nostra corsa quotidiana. E non abbiamo tempo per l’azione, tanto più che le cose presentate succedono sempre ad una certa distanza, che ci consente di metterci il cuore in pace!
E così i drammi reali sono sempre più grossi, ma basta che qualcuno ci dica che sono stati risolti per consentirci di andare avanti con tranquillità. E poi diciamoci la verità, basta accendere la TV per venire investiti da una serie inenarrabile di catastrofi che dobbiamo pure un po’ difenderci. Noi, poveri cittadini solitari cosa potremmo mai fare di fronte a tale delinquenza dilagante, povertà generalizzata, degrado sociale, razzismo istituzionalizzato, ecc…
La risposta non ce l’ho, ma almeno una piccola consolazione. Questo strumento, internet, dalle infinite potenzialità, che ancora è difficile controllare dall’alto, può dare voce, come in questo caso, a frammenti di realtà che riesce molto difficile ignorare. Attraverso questo strumento si può parlare, dialogare, capire. Possiamo uscire dal monopolio mediatico dell’informazione. Possiamo provare a pensare con la nostra testa. Non è che ci siano solo lati positivi, anche qui bisogna fare attenzione alle fonti. Ma insomma, almeno si può provare a ragionare sui problemi. E non mi pare poco!

l'inizio della sopravvivenza

Nel 1854 il Gran capo bianco di Washington, il Presidente degli Stati Uniti Franklin Pierce, fece un’offerta per acquistare una grande estensione di territorio sul quale vivevano i pellerossa e promise una riserva per il popolo indiano. Il Capo Seattle della tribù Suwamish, rispose con la lettera qui riportata: essa è stata considerata la più bella e profonda dichiarazione d’amore alla natura e all’ambiente.



Lettera del Gran Capo Seattle, Tribù Suwamish, a Franklin Pierce, Presidente Degli Stati Uniti (1855)

Come potete acquistare o vendere il cielo, il calore della terra? L'idea ci sembra strana.

Se noi non possediamo la freschezza dell'aria, lo scintillio dell'acqua, come potete voi acquistarli? Ogni parte di questa terra è sacra per il mio popolo.

Ogni ago lucente di pino, ogni riva sabbiosa, ogni lembo di bruma di boschi ombrosi, ogni radura ed ogni ronzio di insetti è sacro nel ricordo e nell'esperienza del mio popolo.

La linfa che cola negli alberi porta con se il ricordo dell'uomo rosso.

I morti dell'uomo bianco dimenticano il loro paese natale quando vanno a passeggiare tra le stelle. I nostri morti non dimenticano mai la nostra terra meravigliosa, perchè essa è la madre dell'uomo rosso.

I fìori profumati sono nostri fratelli; il cervo, il cavallo, la grande aquila sono nostri fratelli; le coste rocciose, il verde dei prati, il calore del pony e l'uomo appartengono tutti alla stessa famiglia.

Per questo, quando il grande capo bianco di Washington ci manda a dire che vuole acquistare la nostra terra, ci chiede una grossa parte di noi.

Egli dice che ci riserverà uno spazio per muoverci, affinchè possiamo vivere confortevolmente tra di noi.

Prenderemo dunque in considerazione la vostra offerta, ma non sarà facile accettarla.

Questa terra per noi è sacra, quest'acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non è solamente acqua; per noi è qualcosa di immensamente più significativo: è il sangue dei nostri padri.

Ogni riflesso nell'acqua chiara dei laghi parla di avvenimenti e di ricordi della vita del mio popolo.

Il mormorio dell'acqua è la voce del padre di mio padre.

I fiumi sono nostri fratelli, ci dissetano quando abbiamo sete, sostengono le nostre canoe. Sappiamo che l'uomo bianco non comprende i nostri costumi: per lui una parte della terra è uguale all'altra, e quando l'ha conquistata va oltre.

Abbandona la tomba dei suoi avi e ciò non lo turba.

Toglie la terra ai suoi figli e ciò non lo turba.

La tomba dei suoi avi, il patrimonio dei suoi figli cadono nell'oblio.

Tratta sua madre, la terra, e suo fratello, il cielo, come se fossero semplicemente delle cose da acquistare, prendere e vendere, come si fa con le pecore e con le pietre preziose.

La sua bramosia divorerà tutta la terra e a lui non resterà che il deserto.

Io non so. I nostri costumi sono diversi dai vostri.

La vista delle vostre città fa male agli occhi dell'uomo rosso.

Ma forse ciò è perchè l'uomo rosso è selvaggio e non può capire!

Non esiste un posto tranquillo nella città dell'uomo. Non esiste un luogo per udire le gemme schiudersi in primavera o ascoltare il fruscio delle ali di un insetto. Ma forse ciò avviene perché io sono un selvaggio e non posso comprendere. Sembra che il rumore offenda solo le orecchie.

E che gusto c'è a vivere se l'uomo non può ascoltare il suono dolce del vento o il fruscio delle fronde del pino profumato?

L’aria è preziosa per l'uomo rosso, giacché tutte le cose respirano la stessa aria. L’uomo bianco non sembra far caso all'aria che respira.

Ma se vi vendiamo le nostre terre io porrò una condizione: l'uomo bianco dovrà rispettare gli animali che vivono in questa terra come se fossero suoi fratelli.

Io sono un selvaggio e non conosco altro modo di vivere. Ho visto un migliaio di bisonti imputridire sulla prateria, abbandonati dall'uomo bianco dopo che erano stati abbattuti da un treno in corsa.

Io sono selvaggio e non comprendo come il "cavallo di ferro" fumante possa essere più importante dei bisonti, quando noi li uccidiamo solo per sopravvivere. Che é l'uomo senza gli animali?

Se tutti gli animali sparissero, l'uomo morirebbe in una grande solitudine.

Poiché ciò che accade agli animali prima o poi accade all'uomo.

Tutte le cose sono connesse tra loro. Noi sappiamo almeno questo: non è la terra che appartiene all'uomo, ma è l'uomo che appartiene alla terra.

Questo noi lo sappiamo.

Tutte le cose sono connesse come i mèmbri di una famiglia sono connessi da un medesimo sangue. Non è l’uomo che ha tessuto la trama della vita: egli ne ha soltanto il filo. Tutto ciò che egli fa alla terra, lo fa a se stesso.

Lo stesso uomo bianco, che parla con il suo Dio come due amici insieme, non può sottrarsi al destino comune. Dopo tutto, forse, noi siamo fratelli.

Vedremo. C'è una cosa che noi sappiamo e che forse l'uomo bianco scoprirà presto: il nostro è il suo stesso dio.

Egli è il dio degli uomini e la pietà è uguale per tutti: tanto per l'uomo bianco tanto per quello rosso.

Questa terra per lui è preziosa, nuocere alla terra è come disprezzare il suo creatore. Anche i bianchi spariranno: forse prima di tutte le altre tribù.

Contaminate il vostro letto ed una notte vi troverete soffocati dai vostri rifiuti. Dov'è finito il bosco? E scomparso. Dov'è finita l’aquila? E’ scomparsa.

E’ la fine della vita e l'inizio della sopravvivenza.

UN GRAZIE A DIO

 Ogni volta che leggo questa bella dichiarazione d'amore per la terra ,sento il bisogno di ringraziare Dio.

Dal catechismo dei ragazzi SARETE MIEI TESTIMONI.

UN CANTO A DIO SALVATORE E CREATORE (pagg.18-19)

"Il Signore ci fece uscire dall'Egitto con mano potente e con braccio teso, e ci condusse in questo luogo e ci diede questo paese, dove scorre latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato. Le deporrai davanti al Signore tuo Dio e ti prostrerai davanti al Signore tuo Dio." (Leggi Dt 26,1-11)

In questa professione di fede il popolo di Israele riconosce che Dio, il Signore che lo ha liberato dall'Egitto, è anche il Creatore di tutte le cose. A lui si rivolge con un canto di lode.

"Benedici Signore, anima mia,

Signore mio Dio, quanto sei grande!

Quanto sono grandi, Signore, le tue opere!

Tutto hai fatto con saggezza,

la terra è piena delle tue creature" (Sal103)

Ogni essere è dono del Dio della vita. Ogni creatura porta in sé i segni della grandezza e della sapienza divina. Il cielo e la terra, le piante e gli animali e, soprattutto, l'uomo e la donna parlano dell'amore di Dio che fa vivere. Egli ha fatto ogni cosa con sapienza e amore, alle mani operose dell'uomo ha affidato l'universo perchè esercitasse il dominio su ogni creatura. Il mondo con la varietà dei suoi elementi riempie di meraviglia gli occhi degli scienziati e delle persone semplici.

Perchè c'è ancora chi uccide, sciupa e inquina?

 

Tu Elena non puoi sapere che

Tu Elena non sai che a scuola qualche decennio fa si insegnava una materia, legata a quella di storia, dal nome di 'Educazione Civica'. Ci veniva spiegata la costituzione, il funzionamento del Comune, ecc. e poi si passava all'educazione sociale spicciola. Come ad esempio il rispetto dei beni pubblici come le strade (da tenere pulite), i muri (da non lordare), i treni (da conservare), l'energia elettrica (da risparmiare), il marciapiede da non occupare con biciclette o motori (altrimenti i pedoni, gli anziani, gli handicappati sono costretti a camminare sulla strada, che invece è riservata ai veicoli), la quiete pubblica (evitando schiamazzi ad ogni ora del giorno e della notte), la precedenza data a persone anziane, il rispetto del bambino (alla cui presenza non si fanno discorsi impropri), la non prevaricazione nel discorso (taccio e ascolto quando altri parlano), ecc.

Il senso di tutto questo è semplice: è la percezione che esistono anche gli altri, anzi che meritano la mia attenzione. Se ti interessa leggere qualcosa in proposito, è stata una grande pensatrice ebraica (SIMONE WEIL 1909-1943) a sottolineare l'importanza del fenomeno della ATTENZIONE nelle relazioni personali e civiche. Ecco, il succo della educazione civica (richiamata recentemente anche dal Presidente Napolitano, uomo con un eccellente senso del bene pubblico) è proprio l'attenzione agli altri esseri umani. Che infine sono un dono, non un ostacolo.

C'entra con la questione posta dal video? Credo proprio di sì, anche se capisco che non è tutto il problema.

Che la si possa insegnare nelle scuole, non lo so. Che la si debba in un modo o nell'altro apprendere e molto presto, ne sono certo. Buon Natale a te e ai gentili lettori..

 

Mi chiedo come sia possibile

Mi chiedo come sia possibile che una notizia di tale gravità non compaia neanche di stralcio sui canali nazionali.
A questo punto non capisco se è colpa dei giornalisti o di noi che accettiamo passivamente tutta questa male-informazione.

rispetto?

Incredibile e sconvolgente la disinvoltura con la quale in Italia ormai conviviamo con "emergenze" di ogni genere: lo sconcio del problema-rifiuti in Campania, da tempo immemorabile battezzato "emergenza-rifiuti" (che assurdo paradosso!!!), è pacificamente accettato senza serie prospettive di soluzione. 
Cambiano i governi, cambiano i colori... rimane sempre la stessa la vergogna. Nelle cui pieghe in tanti, in troppi (cittadini, amministrazioni, organizzazioni, aziende...) vivacchiano, sguazzano e talora proprio proliferano, così dimostrando una totale mancanza di cultura civile e di rispetto per gli altri. 
Grazie Elena del contributo che per ora ho potuto vedere solo in parte, ma che mi riprometto di guardare integralmente nel week-end.