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Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito

E' il titolo del libro di monsignor Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano.

Non l'ho letto, ma ne ho piccoli stralci sulle agenzie di stampa con cui lavoro. Si rivolge ai divorziati, ai separati e ai risposati.

"Se avete trovato uomini o donne della comunità cristiana che vi hanno in qualche modo ferito, desidero dirvi il mio dispiacere".

"Sappiate che la Chiesa non vi abbanona né rifiuta perché anche la Chiesa sa che, in certi casi, separarsi non solo è lecito, ma può essere addirittura inevitabile" in quanto "il matrimonio non può trasformarsi in una insostenibile trafila di reciproche asprezze".

Ho trascritto queste parole perché potrebbero essere spunto di generosa riflessione, soprattutto per tentare di attenuare le posizioni integraliste che in ogni comunità esistono.

E' una voce autorevole e caritatevole, in senso etimologico, laddove "charitas" sta per "amore".

Sarà interessante seguire nei prossimi giorni, sulla stampa, le reazioni della Chiesa.

E speriamo che ce ne siano. E che si apra un dibattito fecondo.


Incollo la risposta di quel cattolicissimo democristiano che è Cossiga alle parole del Cardinale Tettamanzi. Secondo voi che leggete, una risposta così è rispettosa del pensiero altrui, nasconde, forse, il desiderio di dialogo? Non dovrebbero i nostri politici dare un esempio di correttezza? Almeno su temi "pesanti" qual è quello della sofferenza. No, Cossiga fa dell'ironia mettendo alla berlina il Cardinale. Cossiga non è migliore degli studenti che alla Sapienza avrebbero manifestato contro la presenza del Papa all'inaugurazione dell'anno accademico. Secondo me. Speriamo che qualcuno glielo dica.

DIVORZIO: COSSIGA, SUL TEMA TETTAMANZI NON CAPISCE NULLA (ANSA) - ROMA, 21 GEN - ''Certo che al povero Cardinal Tettamanzi gli e' rimasto proprio in gola di non essere stato eletto Papa, cosa in cui sperava. Cosi', non essendosi potuto affacciare ieri lui in Piazza San Pietro dal Palazzo Apostolico, oggi discetta di cose dolorose come separazioni e divorzio: cose di cui, anche a motivo della poca esperienza pastorale da lui fatta, non credo capisca assolutamente nulla''. Lo afferma il senatore a vita Francesco Cossiga. ''So bene - sostiene Cossiga - che cosa dolorosa siano queste rotture, e certo so bene come Gesu' non solo perdono' l'adultera, ma quasi la esonero' non solo da pena, ma anche da colpa. Ma non per questo Gesu' le disse 'ma come ti comprendo; continua, figlia mia, che io ti comprendo. Anzi, sai che ti dico, perche' non vieni con il tuo fidanzato in Sinagoga?'''. (ANSA). FLB 21-GEN-08 16:02 NNNN

 

vicino a don Walter

Sappiamo che la vicenda processuale di don Walter finisce con il carcere; sappiamo che dobbiamo rispetto e onore ad ogni donna, anche se e soprattutto se coinvolta nella miseria della prostituzione; sappiamo che dobbiamo rispettare le sentenze dei giudici, pure non infallibili; sappiamo che possiamo e dobbiamo restare vicini a don Walter, come uomo e come prete, la cui figura e la cui opera ci ha accompagnato per lunghi anni. Beati noi se riusciamo a collocare tutti, cominciando da noi stessi, nella giustizia di Dio.

promettente apertura

Trovo molto bella e importante questa apertura di Mons. Tettamanzi, estremamente promettente già in queste sue prime premesse, anche se certo da comprendere più a fondo nei suoi più ampi contenuti.
 

Bella l’idea di un dialogo che non si rompe tra la chiesa e i suoi fedeli anche (e proprio!) nel momento del buio, bella l’idea di porte che rimangono aperte, di un incontro da preservare e che può toccare i cuori, sanare le ferite e ridare speranza.

Senza ovviamente nulla togliere all’indissolubilità che è costitutiva dell’unione matrimoniale, e che resta grandiosa e ricchissima proprio perchè in grado nel tempo di dischiudere agli sposi una dimensione di reciproco affidamento e di amore che li superarano continuamente.

 
Ma le storie a volte sono molto crude e possono travolgere le persone. E tutti conosciamo persone e cristiani di grande serietà e profondità che hanno attraversato questo passaggio, sempre doloroso e sempre intimo segno di un fallimento umano personale, oltre che di coppia. Un passaggio oltretutto talora subìto contro e oltre la propria volontà personale.
 
Anch’io credo che la Chiesa possa provare ad entrare - con discrezione, sensibilità e profonda comprensione - nelle storie e nei percorsi individuali di cristiani disposti a rimettersi in gioco, e alla luce della Parola possa provare a discernere dentro ogni storia, portando la propria parola, che se può essere di forte richiamo può però anche farsi voce impegnativa ma accogliente di perdono e di speranza.
 

reazione immaginaria

Se posso permettermi una "reazione immaginaria" della Chiesa riguardo alle frasi estrapolate dalle agenzie di stampa sul libro di Monsignor Tettamanzi mi immagino un invito a leggere l'intero libro al fine di potersi fare un'idea nella pienezza del discorso e contestualizzare le frasi alla totalità del libro.

Una scelta di vita troncata

Partiamo dal concetto del matrimonio. Quest'ultimo è un dono d'amore che bisogna costruire giorno per giorno. E' un atto di estrema fiducia. Una scelta di vita che implica diritti e doveri reciproci.

Come mai le separazioni ed i divorzi continuano ad aumentare?

Penso che sia molto facile dire "BASTA" quando due sposi si trovano in difficoltà ma in un rapporto fondato sull'amore e sul rispetto reciproco sia indispensabile la volontà di entrambi di ricucire il rapporto ed andare avanti insieme.

Naturalmente il discorso si complica nella circostanza in cui subentrino violenze o situazioni insostenibili. Come già sottolineato da Monsignor Tettamanzi, credo che la Chiesa debba accogliere e sostenere queste persone .

tre note per una sinfonia

Credo che sul tema introdotto in questo forum dovremmo impegnarci a far risuonare le tre note che ritengo capaci di offrire la sinfonia evangelica sul nostro problema:

* la fedeltà della chiesa alla novità introdotta da Gesù con la proclamazione della volontà buona di Dio sull'unione del marito e della moglie come risposta alla fedeltà di Dio per l'uomo; questo messaggio è una grande speranza e un grande dono;

* l'accoglienza della chiesa all'uomo e alla donna che confessano il loro peccato e / o manifestano la loro sofferenza per il fallimento che hanno provocato o che è stato loro inflitto; ne deriva l'accompagnamento fraterno e il sostegno a chi è nella prova, come la correzione di chi si espone alla tentazione e al peccato;

* il rispetto della attuale disciplina ecclesiastica da parte dei ministri della chiesa e da parte dei fedeli (è noto che il giudizio appartiene solo a Dio) unito alla ricerca di approfondimenti teologici e pastorali, per rispondere al meglio alle complesse e dolorose situazioni in cui talora vivono i fedeli divorziati e risposati o conviventi. Molti nella chiesa stanno lavorando in questa direzione; anche questo è un segno di speranza e di comunione, pur con le difficoltà che ogni ricerca comporta, come avete ben sottolineato.

Inutile a mio parere aggiungere che tutto ciò che banalizza il problema andrebbe del tutto evitato!