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Droga tra i banchi

Da un pò di tempo viene denunciato il fatto che le  droghe siano consumate anche da giovanissimi e che addirittura certe sostanze siano ormai entrate all'interno delle scuole e siano di facilissima reperibilità per chiunque.  

Mi rivolgo ai tanti ragazzi che frequentano la nostra parrocchia: direttamente o indirettamente avete avuto a che fare con realtà tanto drammatiche?

Sapienza e inganno dell'adolescente

Alle belle e incoraggianti cose già scritte in questo forum aggiungo una piccola riflessione. Penso che l'adolescente attraversi una fase della vita promettente, ma anche rischiosa. L'adolescente ha bisogno (in forma diversa credo che ne abbiamo bisogno tutti) di qualcosa di grande: idee, persone, sogni, desideri, incontri, speranze, ecc. Per raggiungerle e realizzarle deve però superare un inganno (mi pare che sia presente in tutti i miti antichi e nei moderni films di fantascienza).

Questo inganno ha molte figure, piuttosto accattivanti. Oggi è soprattutto  l'inganno della facciata o dell'immagine: uno pensa che quando ha sistemato l'immagine di sé (il corpo da presentare, l'abito da esibire, il denaro da spendere, le battute da dire, ecc.) è tutto a posto. Insomma diventare un uomo o una donna sarebbe un gesto rapido, facile, quasi un gioco... facile come trovare e consumare una droga, rapido come illudersi su di sé e le proprie capacità...  Il punto è aiutare gli adolescenti a 'scoprire' l'inganno, rifiutando la tristezza della droga e la facilità del disimpegno. Ora invece si diventa uomo e donna accettando una vera e propria sfida, anzi una lotta (il che rende l'aolescenza un priodo difficile, talvolta sofferente della vita).

La lotta è anzitutto interiore, non nel senso di rifiutare se stessi, ma di costruire se stessi, cioè di crescere progressivamente, ordinatamente, coraggiosamente, senza abbattersi per le sconfitte subite, senza cedere di fronte agli insuccessi, riconoscendo i propri limiti ed errori (e peccati), e divenendo capaci di smascherare le illusioni. Queste affascinano rapidamente, ti sollevano, ma quando sei in alto non riescono a sostenerti,  e allora ti lasciano schiantare. Penso che la droga sia così. La sapienza dell'adolescente sta nel cimentarsi fedelmente con la vita, ossia con gli altri, senza fuggire né nel passato (dell'infanzia), né nel sogno (la droga priva di futuro). La sapienza dell'adolescente sta nel lasciarsi mettere alla prova, fidandosi dei suoi educatori, che devono dimostrare fiducia nell'adolescente proprio diventando più esigenti con lui, ossia responsabilizzandolo.

E noi adulti? Se il disimpegno e la fretta sono l'inganno dell'adolescente, e noi dobbiamo aiutarlo a non lasciarsi ingannare, noi per primi non dobbiamo ingannarlo. Come? Vivendo una vita che brilla non per l'apparato del corpo, del vestito, dell'auto, delle vacanze, della ricchezza, ecc. ma per il cuore d'oro che la abita. Insomma l'adolescente non sarà da noi ingannato se quando solleverà, con la sua graffiante capacità critica, l'apparato visibile dell'adulto scoprirrà il valore di una persona umile e nobile, capace di amare nel coraggio nuovo di ogni giorno.

Agli adolescenti propongo di credere in tali persone: che grazie a Dio esistono, e come! Scoprirle e arricchirsi della loro presenza è l'arte suprema della vita. Allora l'adolescente è diventato donna e uomo. Complimenti!

Per mia fortuna,

Per mia fortuna, direttamente non ho mai avuto incontri con questa realtà. Indirettamente non saprei: tra tutti i giovani che ho conosciuto fino ad oggi, ce ne sono diversi che fumano spinelli, e alcuni hanno anche tentato di farmeli provare, ma io mi sono sempre tenuto alla larga. Però non saprei se c'è chi fuma droghe pesanti, tipo eroina o cocaina o simili. Può benissimo essere che alcuni dei miei conoscenti si droghi, o si drogasse, senza che io ne sia al corrente. Per quanto riguarda la facile reperibilità, non c'è dubbio che in quest'epoca trovare della "roba" è facile. Ad esempio, la zona universitaria di Bologna è costellata di pusher che continuano a chiederti se vuoi delle sostanze, e comunque ci sono numerosissimi spacciatori che operano per le strade della città, e ogni tanto qualcuno viene arrestato. Se ci spostiamo in una realtà più piccola come Mantova, forse non troviamo così tanti pusher (comunque ce ne sono anche da noi: proprio stamattina ho letto sulla Voce che a Castiglione uno spacciatore 15enne è stato arrestato), ma non per questo avere la roba è meno facile. Quanta ne gira nei luoghi frequentati dai giovani, come locali e in particolare le discoteche? Ma anche in alcune scuole vi è un commercio di sostanze. Ormai esse sono talmemnte diffuse che chiunque abbia pochi euro nel portafogli può impadronirsene. E il mercato chiaramente trae i suoi guadagni.  Credo sarebbe interessante indagare anche sul perchè uno si droga, ragazzo o non ragazzo. Nel tempo in cui ci troviamo a vivere nostro malgrado (o almeno mio), i mezzi di comunicazione sono ormai parte integrante della nostra vita, e l'informazione è diffusa a tutti gli angoli, quindi personalmente non credo che possano esistere delle persone che non sanno che la droga è nociva, e mi sembra piuttosto strano anche che esista chi lo sa ma è disposto a scherzarci su. Insomma, secondo me chi si droga, almeno in una grossa maggioranza dei casi, è consapevole di quello che sta facendo, ma nonostante questo percorre quella strada. E allora perché lo fa? E' autolesionismo? E' imbecillità? Forse ci sono anche queste componenti, ma a mio parere vi sono anche ragioni più profonde. La realtà in cui siamo calati diventa spesso oppressiva, frustrante, e ci lascia profondamente insoddisfatti. Siamo bombardati da prezzi alle stelle e stipendi da fame, da verifiche su verifiche e interrogazioni su interrogazioni, e da moltiplicarsi per materie su materie. I ragazzi, poi, affrontano spesso condizioni di pesanti condizionamenti da parte dei familiari, da cui si sentono oppressi, e questo avviene o per ragioni di età o per il fatto di non avere i mezzi per essere autosufficienti. Io tendo a insistere molto su questi punti, ma se ci pensate un attimo tutto è collegato. Tutta questa ostilità da parte della realtà induce in certe persone un senso tale di disagio e di sconforto, che diventa necessario sfogarsi in qualche modo, e maggiore è il malessere, più violento questo sfogo deve essere. E allora troviamo chi si ubriaca, ma anche chi si droga, che lo fa per sfuggire a una realtà che non gli piace, cercando di crearsene una alternativa. E' risaputo infatti che la droga ha il potere di dare una differente percezione della realtà. Il problema è certamente grave, ma per risolverlo secondo me non bastano nè la prevenzione nè la repressione, anche se talvolta possono essere utili: bisogna piuttosto rendere il mondo in cui viviamo meno ostile e più disponibile per le nostre più elementari esigenze, e fare in modo che la vita, per essere difficile, non diventi però impossibile. Ma tutto questo è fattibile o è pura utopia? 

indirettamente...

 

E’ una bella domanda!

Per fortuna direttamente non abbiamo avuto modo di venire a contatto con questa realtà, ma abbiamo conoscenti e amici intrappolati in questa rete.

Si tratta di persone a prima vista "ordinarie", anche bravi studenti, che, abitualmente, fanno uso di sostanze stupefacenti.

Perché?

Nella maggior parte dei casi questo "disagio psicologico" nasconde una situazione familiare difficile e certamente deleteria per la crescita di un ragazzo: i genitori stessi sono tossicodipendenti e lasciano al caso la crescita del figlio.

Altri, sempre nella cerchia dei conoscenti, si affacciano al mondo della droga seguendo l’esempio di amici, spesso più grandi, che fanno un uso abituale di queste sostanze.

In ogni caso è molto grave che l’individuo scelga il male per se stesso, l’oblio, l’annullamento psicologico, l’allontanamento dalla realtà….

Sono persone che hanno davvero bisogno d’aiuto!

CHIARA E SOFIA

 

 

Droga tra ragazzi: vi rispondo

La droga è ovunque: la droga non è solo una sostanza bensì è una dipendenza degenerativa. Come avete giustamente sottolineato, essa è fonte di distruzione per l'intero essere umano, per le sue forze ed energie fisiche, mentali, psicologiche e intellettuali. E non si può, a mio avviso, distinguere tra droghe leggere e pesanti (lapalissiano affermare che chimicamente la differenza c'è ed è grossa, ma non mi dilungo in questo perchè non è mio proposito). Le droghe, siano esse "leggere" o "pesanti", sono un unico grande, inarrestabile ciclo vizioso dal quale non si scappa; e dove comincia se non sotto i banchi di scuola, magari anche un po' per gioco, per scommessa?(è grottesco anche solo da pensare ma purtroppo spesso è così); è uno tzunami che non coinvolge solo un'individualità, ma che ne deturpa, inaridisce le relazioni umane, sociali e familiari. E' un degrado inesorabile che porta l'IO a livelli di estrema miserabilità in quanto non più in grado di controllare le proprie emozioni, di godere della vita. Psicologicamente si cade in un pessimismo cosmico, Leopardi insegna (anche se non credo fosse drogato, l'era an brao putel): il mondo non è che un ammasso indistinto di grigiore e indifferenza. Si perde qualsiasi stimolo ed è ancora più grave identificare questa realtà con dei ragazzi appena adolescenti che avrebbero un mondo di opportunità a loro disposizione, un futuro di occasioni per una vita di onesto lavoro e famiglia. E credo che tutto ciò derivi da una condizione di precarietà familiare: ma non dobbiamo giustificarci così!!! Non è l'unica componente. Tendiamo a trascurare forse che davanti al primo spinello o alla prima pasticca c'è un ragazzo: un ragazzo con la sua testa che opera una scelta. Ma con questo non voglio puntare il dito contro coloro operano una scelta distruttiva per loro e per chi gli sta accanto, il mio scopo principale è quello di attirare l'attenzione sulla prevenzione fattiva di questo fenomeno! Non bisogna dare per spacciati i giovani provenienti da realtà disagiate o addirittura disastrate, della serie..."purtroppo i suoi sono così" "tanto ormai...", perchè il centro dell'attenzione sono QUESTI ragazzi e in secondo luogo le famiglie. Bisogna operare scelte di integrazione, dialogo, aiuto, recupero sulla psicologia di QUESTI giovani tossicodipendenti. Il piccolo sollievo è di vedere che ci sono queste opportunità, ed è bello vedere adulti che vedono la droga come un ricordo, che ne parlano al passato. Vuol dire che possiamo vincere questa guerra...un giorno!Partiamo dai ragazzi...perchè sotto quei banchi passino piuttosto le formule di un compito in classe ;-) e non più quello schifo! Grazie ragazze per l'intervento, vi invito a dire la vostra su molte cose, perchè siete voi, siamo noi, che possiamo dare tanto!...scusate lo so che sono prolisso QUASI come Don Alberto ;-))

sballo e ricerca di senso

L'uso di sostanze, ma soprattutto la necessità o la voglia di "sballare" ci parlano di un vuoto che non si riesce a colmare... 

E questo sorprende e interroga, in particolare quando pensiamo a ragazzi o giovani uomini che stanno vivendo il momento più propulsivo della propria esistenza, il momento della grande progettualità in cui sogni e ambizioni cominciano a prendere per davvero una forma concreta.

Eppure per molti proprio in questo momento prevale la voglia di scappar via, di evadere. Perché poi la “sostanza” è più che altro questo: la necessità di una manciata di minuti alla grande, pochi istanti di onnipotenza artificiale, di euforia innaturale, di energia dove il senso del limite sembra scomparire... per poi ripiombare in una normalità più opaca che mai, via via più grigia sino a farsi buio pesto. 
Il problema allora non è solo la “stupidaggine” di un momento, il giro di spinello, la (maledetta) pastiglia colorata presa in discoteca, la “balla” del sabato sera al pub o la “striscia bianca” del rampante di turno… il grosso problema è soprattutto la difficoltà a reggere giorno per giorno un quotidiano fatto di fatica, di difficoltà, di impegno, di lotta, talora di ripetitività e anche di noia… un quotidiano per tanti versi normale ma non per questo meno faticoso. 
Lo starci dentro richiede forza ma anche obiettivi che diano un senso, valori che motivino, relazioni positive che animino e sostengano. 
Invece questa nostra realtà di oggi fa’ tanto dell’individuo il grande riferimento, lo colma di aspettative, immagini e illusioni ma poi non esita un istante a lasciarlo solo! 
E il miraggio di una fuga verso il vuoto, illusorio quanto si vuole, viene sempre più considerato una via di fuga per zittire almeno per un po’ la frustrazione, la paura, il vuoto.

Ben vengano le misure volte a ridurre l’uso e il mercato delle sostanze, in particolare quelle volte a preservare i più giovani (nei locali, nelle scuole!!!). Però non mi illuderei, perché le sostanze forse non sono l’aspetto più importante della questione... più importante è ridurre la necessità e la voglia di sballare, e questo impegno rimane intoccato e tutto a nostro carico. E può essere affrontato solo lavorando con impegno, serietà e infinita pazienza per una società e un contesto concreto che divenga più ricco di relazioni tra le persone, più rispettoso, più accogliente e più attento ai veri valori e ai veri significati. E che sia capace di tradurli in azioni e relazioni che sostengano anche nelle situazioni di grossa fatica e di difficoltà.

e invece si distingue

Caro Caesar, quello che tu dici è sicuramente condivisibile, tuttavia c'è un punto che non mi trova del tutto d'accordo: bisogna distinguere tra droghe leggere e droghe pesanti. Fumare uno spinello non provoca gli stessi danni della coca o dell'eroina. Come ho già detto, io stesso conosco moltissime persone che fumano spinelli, e ti posso garantire che sono ragazzi normalissimi, con cui mi relaziono in modo del tutto normale e vado d'accordo senza problemi. Non sto dicendo che fumare spinelli faccia bene: io stesso non l'ho mai voluto fare, così come non ho mai fumato sigarette normali. Se uno evita queste sostanze è solo meglio a beneficio della sua salute, ma non si può eguagliare una canna a una droga pesante. Poi io non sono nè un esperto di chimica nè un esperto di droghe, e quindi non posso fornire una prova scientifica di quanto affermo: io osservo solo le persone che mi stanno intorno, e affermo con piena sicurezza che di tutti quelli che conosco un buon 15/20% fuma le canne. Inoltre sottolineo che in alcuni paesi, come l'Olanda, esse sono legali. Non sottovalutiamo il problema delle sostanze stupefacienti, che è veramente molto serio, e teniamoci lontano da certe sostanze, ma cerchiamo di dare alle cose il loro giusto valore.

il dolore della droga

ho letto e riletto gli interventi sulla droga e tutti danno un contributo interessante alla discussione; da tutti traspare lo sgomento profondo che ci coglie dinanzi alla maledetta tabe dei nostri tempi. E' importante che ciascuna piccola comunità affronti il problema al proprio interno, ne dibatta, lanci messaggi e ancore di salvezza ai giovani che dovessero far uso delle sostanze incriminate.

E' importante non tanto per i giovani che fanno uso di droghe, perché quelli, ahinoi, temo che non rispondano ad appelli che, forse, neppure leggono, quanto per le famiglie che, quando apprendono che i loro figli sono preda del maleficio, non sanno dove sbattere la testa. Allora è importante che ci sia un cordone, diciamo così, di accoglienza e guida. Soprattutto guida. Perché quando una realtà così devastante ti si para davanti non vedi più niente. La mente si offusca e continui, vanamente e dolorosamente, a chiederti: e ora che faccio?

Penso, però, insieme a tanti, che tutto ciò non sia sufficiente.

Dobbiamo allargare l'orizzonte, diventare esigenti. Chiedere ed esigere dai nostri governanti che si investa nella scuola. La scuola deve avere più mezzi per essere attrattiva per gli studenti. Naturalmente noi possiamo solo lavorare per le generazioni future. Una riforma seria della scuola non si improvvisa e soprattutto darà i suoi frutti tra tanti anni. Ma qualcuno dovrà pur incominciare. Il nostro non è un paese serio. Tutto è sfilacciato, ovunque è degrado. Scusate se allargo il discorso ma temo che le coscienze si debbano aprire. Il mondo, purtroppo, è più vasto dell'orizzonte della parrocchia, così protettiva. Quando i nostri figli, ben allevati, ben istruiti, ben educati perché noi (è un noi generico) abbiamo avuto gli strumenti, i mezzi e la fortuna per portarli a buon punto, si troveranno a vivere in città miserabili, in luoghi di lavoro mediocri, pensiamo davvero che saranno soddisfatti e sicuri? Non credo. Perciò io auspico un impegno forte di riflessione serena sulle nostre condizioni, serena e giustamente critica per non credere ai pifferai magici, di qualsivoglia colore.

I paesi seri investono molto sulla scuola. Una scuola di buona qualità è il primo passo verso la salvezza.

Sennò, come dicono dalle mie parti, "le chiacchiere stanno a zero".

Vado un po' di fretta e non posso rileggere. Magari sono stata involuta con tutte queste parole. Devo correre. Mi farò perdonare. scusate

cara gis, ho appena letto il

cara gis, ho appena letto il tuo contributo; quanto sostieni non è molto differente da quello che ho detto io nel mio primo intervento. Insieme con la facile reperibilità, che svolge la funzione di rendere facili le cose a chi sceglie di drogarsi, la grande problematica connessa col mondo della droga è il terribile senso di insufficienza e scontentezza che ci dà la società in cui viviamo, e la vita che viviamo tutti i giorni. Se uno si droga lo fa per sfuggire a un senso di vuoto esistenziale o di profonda insoddisfazione. Mi ha colpito in particolare il fatto che tu sottolinei che la scuola va resa attraente per gli studenti (e, aggiungo io, pure per i professori...); io, che ho concluso la mia carriera di studente di scuola ancora non molti anni fa, ti posso proprio dire che la scuola è molto frustrante e fastidiosa per gli scolari. Gli ultimi anni per me sono stati davvero invivibili, e così era anche per altri miei compagni. Non sono per questo caduto nella rete delle sostanze stupefacienti, ma lo stesso per terminare quella fase ho dovuto inventare dei modi per sfogarmi, altrimenti sarei stato sopraffatto. Mi chiedo però come in concreto si possa rendere la scuola piacevole per chi vi vive. Occorre trovare un compromesso tra l'esigenza di fare imparare agli studenti ciò che devono imparare e l'esigenza di non bombardarli per rendere loro la vita impossibile. Il fatto è che queste due esigenze, entrambe sacrosante, fanno spesso a pugni, e quindi occorre sacrificare qualcosa. E allora tiriamo su gente ignorante rendendo loro facile la scuola, o li rendiamo istruiti rendendo loro la vita impossibile? Chi potrà trovare una soluzione a questo dilemma? per quanto riguarda le tue affermazioni successive, il problema del mondo del lavoro è ancora peggiore. Uno studia non si sa fino a quando, e poi cosa trova? Posti di lavoro che definire mediocri è da generosi, lavori che lo impegnano magari per 12 ore al giorno, o più, e 800 o 900 euro al mese. Ci credo che uno non ce la fa più. Deve lottare da una parte con prove ardue, dall'altra con il malcontento derivante da condizioni al limite dello sfruttamento. Un uomo è un uomo, non è fatto di metallo, prima o poi arriva al limite, e torna allora la necessità degli sfoghi, e anche violenti. E qui entriamo in un campo funesto, che va dalla droga all'autolesionismo, dall'alcool agli incidenti stradali. Ancora una volta, qual'è la concreta soluzione di questo circolo vizioso? Io non so trovarla, chiedo aiuto a tutti voi.

Tomi, caro, soluzioni? Chi

Tomi, caro, soluzioni? Chi potrà trovare soluzioni, chiedi. Come si possa rendere interessante, piacevole la scuola. Soluzioni pronte non ce ne sono. Le soluzioni arrivano, per tempi lunghi, se si lavora a un progetto serio. I progetti di riforma seri della scuola chiamano molti investimenti e ci vuole la volontà politica di farli. Quando dico scuola intendo l’istituzione tutta, perciò docenti, studenti, edifici scolastici, aule, laboratori, linguistici e scientifici, palestre, viaggi di istruzione. Intendo anche il ripristino serio della scuola professionale, quella dedicata ai mestieri. Chi deve fare questo? Chi mandiamo al governo. Governare significa decidere, far funzionare. Per questo noi che andiamo a votare, così spesso, purtroppo, dobbiamo essere esigenti e severi con i governanti. Che lavorino per il Paese, non per i propri interessi. Intanto noi possiamo dare il nostro positivo contributo al vivere civile facendo bene le cose piccole o grandi che ci tocca fare o che ci vengono assegnate. I giovani sani dovrebbero impegnarsi nella vita civile, così, magari, tra qualche anno, si potrà cominciare a fare un po’ di pulizia su quegli scanni del Parlamento. Soprattutto non dobbiamo cedere al disfattismo. Sappiamo che la vita non è una passeggiata sul velluto. Ogni tempo, ogni età ha le sue pene. E noi abbiamo testa e cuore per affrontarle e per resistere alle intemperie. Aiutati anche dalla preghiera. Cristo pregò, ma portò anche la croce.