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Ambiente e salute

giornata mondiale dell'ambiente

 Gruppo Culturale del Vicariato di Mantova

 

6°Giornata per la salvaguardia del Creato       

1° settembre 2011

 
 
Messaggio dei Vescovi

Il tema della 6ª Giornata per la salvaguardia del creato è assai significativo nel contesto del dibattito ecclesiale e culturale odierno. Esso si articola in quattro punti, in continuità con l’argomento trattato l’anno passato, Custodire il creato, per coltivare la pace,  nella linea degli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano per il decennio corrente: “La comunità cristiana offre il suo contributo e sollecita quello di tutti perché la società diventi sempre più terreno favorevole all’educazione. Favorendo condizioni e stili di vita sani e rispettosi dei valori, è possibile promuovere lo sviluppo integrale della persona, educare all’accoglienza dell’altro e al discernimento della verità, alla solidarietà e al senso della festa,  alla sobrietà e alla custodia del creato, alla mondialità e alla pace, alla legalità, alla responsabilità etica nell’economia e all’uso saggio delle tecnologie” (Educare alla vita buona del Vangelo, n. 50).

La Giornata diventa così occasione di un’ulteriore immersione nella storia, per ritrovare le radici della solidarietà, partendo da Dio, che creò l’uomo a sua immagine e somiglianza, con il mandato di fare della terra un giardino accogliente, che rispecchi il cielo e prolunghi l’opera della creazione (cfr Gen 2,8-15).

 

1. L’uomo, creatura responsabile e ospitale

La Sacra Scrittura, infatti, narra che l’uomo venne posto da Dio nel giardino di Eden,  perché lo coltivasse e lo custodisse. Affidandogli la terra, Dio gli consegnò, in qualche modo,  tutta la sua gratuità. L’uomo diventa così la creatura chiamata a realizzare il disegno divino di governare il mondo nello stile della gratuità, con santità e giustizia fino a giungere alla meta di riconoscersi, per grazia, figlio adottivo in Gesù Cristo. (cfr Ef. 1,5)

Accogliendo l’intero creato come dono gratuito di Dio e agendo in esso nello stile della gratuità, l’uomo diviene egli stesso autentico spazio di ospitalità: finalmente idoneo e capace di accogliere ogni altro essere umano come un fratello, perché l’amore di Dio effuso dallo Spirito nel suo cuore lo rende capace di amore e di perdono, di rinuncia a se stesso, “di accoglienza del prossimo, di giustizia e di pace” (Benedetto XVI, Caritas in veritate, n. 79).

È il cuore dell’uomo, infatti, che deve essere formato all’accoglienza, anzitutto della vita in se stessa, fino all’incontro e all’accoglienza di ogni esistenza concreta, senza mai respingere qualcuno dei propri fratelli. Il Santo Padre ci ricorda che: “se si perde la sensibilità personale e sociale verso l’accoglienza di una nuova vita, anche altre forme di accoglienza utili alla vita sociale si inaridiscono. L’accoglienza della vita tempra le energie morali e rende capaci di aiuto reciproco” (Caritas in veritate, n. 28).

L’ospitalità diventa così, in un certo senso, la misura concreta dello sviluppo umano,  la virtù che getta il seme della solidarietà nel tessuto della società, il parametro interiore ed esteriore del disegno dell’amore che rivela il volto di Dio Padre. Diventando ospitale, l’uomo riconosce con i fatti a ogni persona il diritto a sentirsi di casa nel cuore stesso di Dio

 

2. Il problema dei rifugiati ambientali

In questa delicata stagione del mondo il tema dell’ospitalità richiama con drammatica urgenza le dinamiche delle migrazioni internazionali, nel loro legame con la questione ambientale. Sono sempre più numerosi, oggi, gli uomini e le donne costretti ad abbandonare la loro terra d’origine per motivi legati, più o meno direttamente, al degrado dell’ambiente. È la terra stessa, infatti, che – divenuta inospitale a motivo del mancato accesso all’acqua, al cibo, alle foreste e all’energia, come pure dell’inquinamento e dei disastri naturali – genera i cosiddetti “rifugiati ambientali”. Si tratta di un fenomeno che può avere una dimensione nazionale, laddove gli spostamenti avvengano all’interno di un Paese o di una regione; ma che si caratterizza sempre più spesso per la portata globale, con migrazioni che interessano talvolta popoli interi, sospinti dagli eventi a spostarsi in terre lontane.

In questo processo gioca un ruolo non trascurabile il mutamento del clima, che attraverso la variazione repentina e non sempre prevedibile delle sue fasce, rischia di intaccare l’abitabilità di intere aree del pianeta e di incrementare, di conseguenza, i flussi migratori.

Per quanto sia possibile prevedere, non si è lontani dal vero immaginando

che entro la metà di questo secolo il numero dei profughi ambientali potrà raggiungere i duecento milioni.

Si comprende bene, allora, il senso dell’accorato richiamo del Papa nel Messaggio per la giornata della pace dell’anno 2010: “Come rimanere indifferenti di fronte alle problematiche che derivano da fenomeni quali i cambiamenti climatici, la desertificazione, il degrado e la perdita di produttività di vaste aree agricole, l’inquinamento dei fiumi e delle falde acquifere, la perdita della biodiversità, l’aumento di eventi naturali estremi, il disboscamento delle aree equatoriali e tropicali? Come trascurare il crescente fenomeno dei cosiddetti ‘profughi ambientali’: persone che, a causa del degrado dell’ambiente in cui vivono, lo devono lasciare – spesso insieme ai loro beni – per affrontare i pericoli e le incognite di uno spostamento forzato?” (n. 4).

 

 

3. Educare all’accoglienza

È questo lo scenario cosmico e umano dentro il quale la Chiesa è chiamata oggi a rendere presente il mistero della presenza di Cristo, via, verità e vita, riproponendone con forza il messaggio di solidarietà e di pace. Attraverso la sua opera educativa, “la Chiesa intende essere testimone dell’amore di Dio nell’offerta di se stessa; nell’accoglienza del povero e del bisognoso; nell’impegno per un mondo più giusto, pacifico e solidale; nella difesa coraggiosa e profetica della vita e dei diritti di ogni donna e di ogni uomo, in particolare di chi è straniero, immigrato ed emarginato; nella custodia di tutte le creature enella salvaguardia del creato” (Educare alla vita buona del Vangelo, n. 24).

Ecco perché educare all’accoglienza a partire dalla custodia del creato significa condurre gli uomini lungo un triplice sentiero: quello, anzitutto, di coltivare un atteggiamento di gratitudine a Dio per il dono del creato; quello, poi, di vivere personalmente la responsabilità di rendere sempre più bella la creazione; quello, infine, di essere, sull’esempio di Cristo, testimoni autentici di gratuità e di servizio nei confronti di ogni persona umana. È così che la custodia del creato, autentica scuola dell’accoglienza, permette l’incontro tra le diverse culture, fra i diversi popoli e perfino, nel rispetto della identità di ciascuno, fra le diverse religioni, e conduce tutti a crescere nella reciproca conoscenza, nel dialogo fraterno,  nella collaborazione più piena.

Ciò può realizzarsi senza mai dimenticare la necessità che la Chiesa, con il coraggio della parola e l’umiltà della testimonianza, continui a proclamare che è proprio Gesù Cristo, il Verbo di Dio fatto carne, la presenza profonda che permette il disvelarsi del disegno di Dio sull’uomo e sul cosmo, perché “tutto è stato fatto per mezzo di lui e senza di lui nulla è stato fatto di ciò che esiste” (Gv 1,3).

È in Cristo che la solidarietà diventa reciprocità, esercizio di amore fraterno, gara nella stima vicendevole, custodia dell’identità e della dignità di ciascuno,  stimolo al cambiamento nel vivere sociale.  È consolante rilevare come, sull’insieme di questi temi, le diverse Chiese e comunità cristiane abbiano raggiunto una significativa sintonia: il mondo ortodosso, a partire dal Patriarcato ecumenico, ha dedicato al problema della salvaguardia responsabile del creato documenti, momenti di riflessione ed iniziative; le diverse denominazioni evangeliche condividono la preoccupazione per l’uso equo e solidale delle risorse della terra, in un impegno concreto e fattivo. Tutte convergono nella sollecitudine verso i più poveri, verso le vittime delle guerre, dei disastri ambientali e della ingiusta distribuzione dei frutti della terra.

La Giornata per la salvaguardia del creato si conferma, così, anche una felice occasione di incontro ecumenico, che mostra come il dialogo fra i credenti in Cristo salvatore non si limiti al confronto teologico, ma tocchi il comune impegno per le sorti dell’umanità. Tutti siamo chiamati a cooperare perché le risorse ambientali siano preservate dallo spreco, dall’inquinamento, dalla mercificazione e dall’appropriazione da parte di pochi. Il fatto che, in questo sforzo condiviso, le Chiese riescano a parlare con una voce sola,  rappresenta una grande testimonianza cristiana, che rende di sicuro più credibile l’annuncio del Vangelo nel mondo di oggi.

 

4. I miti, eredi di questo mondo

“Beati i miti, perché avranno in eredità la terra” (Mt 5,5). Sentirsi custodi gli uni degli altri è l’effetto dinamico dell’essere dono nell’accoglienza. Sappiamo, però, che la mitezza coincide con la purezza del cuore: è uno stile di vita e di relazioni a cui il cristiano aspira,  perché in esso arde la pienezza dell’umiltà contro la prevaricazione e l’egoismo. Sono i miti i veri difensori del creato, perché amano quanto il Padre ha creato per la loro sussistenza e la loro felicità.

Dio infatti “ha creato il mondo per manifestare e per comunicare la sua gloria, in modo che le sue creature abbiano parte alla sua verità, alla sua bontà, alla sua bellezza: ecco la gloria per la quale Dio le ha create” (Catechismo della Chiesa cattolica, n. 319).

Tutti abbiamo bisogno di Dio: riconoscendoci opera delle sue mani, sue creature, siamo invitati a custodire il mondo che ci ha affidato, perché, condividendo le risorse della terra, esse si moltiplichino, consentendo a ogni persona di condurre un’esistenza dignitosa.

Roma, 12 giugno 2011

Solennità di Pentecoste

LA COMMISSIONE EPISCOPALE PER I PROBLEMI SOCIALI E IL LAVORO,  LA GIUSTIZIA E LA PACE LA COMMISSIONE EPISCOPALE PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO

 

Altri documenti si trovano nel “Sussidio per la 6° giornata per la salvaguardia del Creato”. http://www.chiesacattolica.it/

Raccolta Donazioni della Croce Rossa per i Terremotati

Volevo segnalarvi la seguente iniziativa:

CROCE ROSSA ITALIANA

 

Croce Rossa Italiana

Comitato Provinciale di Mantova

Viale Pompilio, 38

 

 

 

 

 RACCOLTA PRO-TERREMOTATI IN ABRUZZO
 
Ecco il materiale che potremo accettare:

 

PASTA – RISO

TONNO IN SCATOLA - CARNE IN SCATOLA – LEGUMI IN SCATOLA –

( tutti a lunga scadenza)

PELATI (a lunga scadenza)

LATTE A LUNGA CONSERVAZIONE

CRAECKERS – BISCOTTI – FETTE BISCOTTATE

ZUCCHERO – CONFETTURA – FRUTTA SCIROPPATA – SUCCHI DI FRUTTA

ALIMENTI PER CELIACI

ACQUA MINERALE (bottiglia di plastica)– OLIO in lattina

OMOGENEIZZATI E PRODOTTI ALIMENTARI PRIMA INFANZIA

PANNOLONI PER INCONTINENTI

PANNOLINI PER BAMBINI

ASSORBENTI IGIENICI

SAPONETTE – SALVIETTE UMIDIFICATE – PASTA FISSAN

GIOCATTOLI

 

 

Accettiamo il materiale presso le seguenti sedi CRI:

 

MANTOVA : 0376 262626 Magazzino Centrale Operativo

orario continuato dalle 8.00 alle 19.30

ASOLA 0376 720333: dalle 8:30-12:00 * 14:00-20:00

SUZZARA 0376 521111 : dalle 9:30-12:00 * 16:00-18:00

RONCOFERRARO 0376 664411: dalle 9:30-11:30

OSTIGLIA 0376 800111: dalle 16:00-19:00

GONZAGA 0376 588222: dalle 9:30-12:00 * 16:00-18:00

SOLFERINO 0376 893164: dalle 10:00-12:00 * 14:00-16:00

POGGIO RUSCO contattare unità al numero 0386 734455

SERMIDE contattare unità al numero 0386 960333

 

Per maggiori informazioni rivolgersi

AL COMITATO PROVINCIALE DI MANTOVA AL NUMERO 0376/262626

Oppure www.cri.it/

 

Esiste un diritto all'acqua ?

Cari amici, vi giro questa accorata riflessione di Alex Zanotelli relativa alla tematica della privatizzazione dell'acqua, che in un certo senso interroga sull'esistenza o meno di un diritto di tutti all'acqua. La riflessione è chiaramente apolitica, nel senso che se è vero che un certo decreto è stato emesso dal governo, appare altrettanto vero che l'opposizione lo ha sostenuto, e dunque entrambe le parti sono corresponsabili rispetto alla scelta politica operata. Prendetevi 10 minuti per leggere, e ognuno tragga in coscienza le considerazioni che più ritiene appropriate ...

 


 

APPELLO S.O.S ACQUA
di Alex Zanotelli

Cosenza ,15 agosto 2008

Nel cuore di questa estate torrida e di questa terra calabra, lavorando con i giovani nelle cooperative del vescovo Brigantini (Locride) e dell’Arca di Noè (Cosenza ), mi giunge, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che il governo Berlusconi sancisce la privatizzazione dell’acqua. Infatti il 5 agosto il Parlamento italiano ha votato l’articolo 23 bis del decreto legge numero 112 del ministro G. Tremonti che nel comma 1 afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell’economia capitalistica. Tutto questo con l’appoggio dell’opposizione, in particolare del Pd, nella persona del suo corrispettivo ministro-ombra Lanzillotta. (Una decisione che mi indigna, ma non mi sorprende, vista la risposta dell’on Veltroni alla lettera sull’acqua che gli avevo inviata durante le elezioni!)
Così il governo Berlusconi, con l’assenso dell’opposizione, ha decretato che l’Italia è oggi tra i paesi per i quali l’acqua è una merce.

Dopo questi anni di lotta contro la privatizzazione dell’acqua con tanti amici, con comitati locali e regionali, con il Forum e il Contratto Mondiale dell’acqua …… queste notizie sono per me un pugno allo stomaco, che mi fa male. Questo è un tradimento da parte di tutti i partiti ! Ancora più grave è il fatto, sottolineato dagli amici R.Lembo e R. Petrella, che il “Decreto modifica la natura stessa dello Stato e delle collettività territoriali. I Comuni, in particolare , non sono più dei soggetti pubblici territoriali responsabili dei beni comuni, ma diventano dei soggetti proprietari di beni competitivi in una logica di interessi privati, per cui il loro primo dovere è di garantire che i dividendi dell’impresa siano i più elevati nell’interesse delle finanze comunali“. 

Ci stiamo facendo a pezzi anche la nostra Costituzione!

Concretamente cosa significa tutto questo? Ce lo rivelano le drammatiche notizie che ci pervengono da Aprilia (Latina) dimostrandoci quello che avviene quando l’acqua finisce in mano ai privati. Acqualatina, (Veolia, la più grande multinazionale dell’acqua ha il 46,5 % di azioni) che gestisce l’acqua di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300%! Oltre quattromila famiglie da quell’anno, si rifiutano di pagare le bollette ad Acqualatina , pagandole invece al Comune. Una lotta lunga e dura di resistenza quella degli amici di Aprilia contro Acqualatina! Ora nel cuore dell’estate, Acqualatina manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori o ridurre il flusso dell’acqua. Tutto questo con l’avallo del Comune e della provincia di Latina ! L’obiettivo? Costringere chi contesta ad andare allo sportello di Acqualatina per pagare. 
E’ una resistenza eroica e impari questa di Aprilia: la gente si sente abbandonata a se stessa. Non possiamo lasciarli soli!

L’estate porta brutte notizie anche dalla mia Napoli e dalla regione Campania.

L’assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Cardillo lancia una proposta che diventerà operativa nel gennaio 2009. L’Arin, la municipalizzata dell’acqua del Comune di Napoli, diventerà una multi-servizi che includerà Napoligas e una compagnia per le energie rinnovabili. Per far digerire la pillola, Cardillo promette una “Robintax” per i poveri (tariffe più basse per le classi deboli). Con la privatizzazione dell’acqua si creano necessariamente cittadini di seria A (i ricchi ) e di serie B (i poveri), come sostiene l’economista M.Florio dell’università degli studi di Milano. 
Sono brutte notizie queste per tutto il movimento napoletano che nel 2006 aveva costretto 136 comuni di ATO 2 a ritornare sui propri passi e a proclamare l’acqua come bene comune. Invece dell’acqua pubblica, l’assessore Cardillo sta forse preparando un bel bocconcino per A2A (la multiservizi di Brescia e Milano) o per Veolia, qualora prendessero in mano la gestione dei rifiuti campani? Sarebbe il grande trionfo a Napoli dei potentati economico-finanziari. 

A questo bisogna aggiungere la grave notizia che a Castellamare di Stabia (un Comune di centomila abitanti della provincia di Napoli ), 67 mila persone hanno ricevuto, per la prima volta, le bollette dalla Gori (una SPA di cui il 46% delle azioni è di proprietà dell’ Acea di Roma). Questo in barba alle decisioni del Consiglio Comunale e dei cittadini che da anni si battono contro la Gori, che ormai ha messo le mani sui 76 Comuni Vesuviani (da Nola a Sorrento).
“Non pagate le bollette dell’acqua!”, è l’invito del Comitato locale alle famiglie di Castellamare. Sarà anche qui una lotta lunga e difficile, come quella di Aprilia. Mi sento profondamente ferito e tradito da queste notizie che mi giungono un po’ dappertutto.

Mi chiedo amareggiato: ma dov’è finita quella grossa spinta contro la privatizzazione dell’acqua che ha portato alla raccolta di 400 mila firme di appoggio alla Legge di iniziativa popolare sull’acqua ?
Ma cosa succede in questo nostro paese? Perché siamo così immobili? Perché ci è così difficile fare causa comune con tutte le lotte locali, rinchiudendoci nei nostri territori? 
Perché il Forum dell’acqua non lancia una campagna su internet, per inviare migliaia di sollecitazioni alla Commissione Ambiente della Camera dove dorme la Legge di iniziativa popolare sull’acqua?

Non è giunto il momento di appellarsi ai parlamentari di tutti i partiti per far passare in Parlamento una legge-quadro sull’acqua? 
Dobbiamo darci tutti una mossa per realizzare il sogno che ci accompagna e cioè che l’acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere gestita dalle comunità locali con totale capitale pubblico, al minor costo possibile per l’utente, senza essere S.P.A.

«L’acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne “illecito” profitto - ha scritto l’arcivescovo emerito di Messina G. Marra. Pertanto si chiede che venga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubblica, che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso possibile». 
Quando ascolteremo parole del genere dalla Conferenza Episcopale Italiana ? Quand’è che prenderà posizione su un problema che vuole dire vita o morte per le nostre classi deboli ma soprattutto per gli impoveriti del mondo? (Avremo milioni di morti per sete!)

E’ quanto ha affermato nel mezzo di questa estate, il 16 luglio, il Papa Benedetto XVI: «Riguardo al diritto all’acqua, si deve sottolineare anche che si tratta di un diritto che ha un proprio fondamento nella dignità umana. Da questa prospettiva bisogna esaminare attentamente gli atteggiamenti di coloro che considerano e trattano l’acqua unicamente come bene economico».

Quand’è che i nostri vescovi ne trarranno le dovute conseguenze per il nostro paese e coinvolgeranno tutte le parrocchie in un grande movimento in difesa dell’acqua ?
L’acqua è vita. «L’acqua è sacra, non solo perché è prezioso dono del Creatore - ha scritto recentemente il vescovo di Caserta, Nogaro - ma perché è sacra ogni persona , ogni uomo, ogni donna della terra fatta a immagine di Dio che dall’acqua trae esistenza, energia e vita». 
Sull’acqua ci giochiamo tutto!

Partendo dal basso, dalle lotte in difesa dell’acqua a livello locale, dobbiamo ripartire in un grande movimento che obblighi il nostro Parlamento a proclamare che l’acqua non è una merce, ma un diritto di tutti.

Diamoci da fare perché vinca la vita!

Alex Zanotelli

video sconvolgente

Ciao a tutti,

vorrei suggerire la visione di questo video http://www.la7.it/blog/post_dettaglio.asp?idblog=ILARIA_DAMICO_-_Exit_15...

che è stato trasmesso durante la  puntata di ieri del programma televisivo "Exit" su la7. Parla del problema (o meglio, tragedia) dei rifiuti tossici in Campania e della contaminazione di animali e prodotti agricoli che poi noi consumatori andiamo ad acquistare all'Ipercoop o in ogni altro supermercato fidandoci del fatto che sono prodotti italiani. Io l'ho trovato veramente sconvolgente e sono indignata del fatto che una cosa cosi grave passi inosservata agli occhi dell'opinione pubblica e delle istituzioni.

buona (si fa per dire) visione!

Elena

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