Catechesi Adulti
2016/17 - Catechesi Adulti
LETTERA DI SAN PAOLO AI FILIPPESI
Ricominciano gli incontri di catechesi per gli adulti per metterci alla scuola della Parola di Dio, essa ci forma e ci trasforma rendendoci capaci di discernimento, di vivere e testimoniare la fede (Vescovo Roberto Busti).
Quest’anno iniziamo con la lettera di san Paolo ai Filippesi. Nella sua attività al servizio del Vangelo Paolo mantiene vivi i rapporti con le comunità cristiane da lui fondate, mediante visite personali o inviando un collaboratore con una missiva.
Questa lettera è scritta durante la prigionia, forse ad Efeso, ed inviata attraverso Timoteo amico e fidato compagno di Paolo, ai cristiani di Filippi ai quali Paolo aveva annunciato il Vangelo durante il secondo viaggio missionario che lo aveva portato in Europa.
Filippi è una città della Macedonia e colonia romana nella quale, attorno alla famiglia di Lidia, commerciante di porpora, nasce questa prima comunità europea nella quale sono attive alcune donne che Paolo nomina nella lettera.
L’apostolo parla della sua situazione di carcerato per il Vangelo. La sua condizione di prigioniero non diminuisce la gioia e la forza della sua testimonianza, anzi lo mette nella condizione di esortare i suoi discepoli a vivere nella gioia.
Fonte di questa gioia paradossale è il rapporto vitale con Gesù Cristo: “per me vivere è Cristo” (Fil. 1,21)… in vita e in morte egli è al servizio del Vangelo e della Comunità Cristiana.
Non mancano per la Chiesa di Filippi le difficoltà, sia esterne, per i contrasti col mondo greco-romano che guarda con sospetto la minoranza cristiana, sia interne a causa dei “cattivi maestri” che contestano il Vangelo di Paolo il quale predica la morte e resurrezione di Gesù unica salvezza dell’uomo, e lo stile di vita che ne deriva.
Paolo con un meraviglioso inno, forse preesistente, invita a fare proprio il modo di sentire e di agire di Cristo che, essendo Dio ha voluto condividere la condizione umana facendosi obbediente fino alla morte, e a una morte violenta e disonorevole. Ma Dio lo ha glorificato con la Resurrezione e tutto il creato lo riconosce e lo adora come Salvatore e Signore.
Due i messaggi centrali per confermare la fede dei suoi discepoli:
1) La certezza che in ogni caso il cristiano può rimanere unito a Cristo, e questo conta più di ogni situazione contingente.
2) L’invito insistente a vivere nella gioia, nel coraggio e nello sforzo di imitare sempre più il Signore.
Nel complesso questa lettera non è uno scritto dottrinale, piuttosto un’effusione del cuore: in un contesto amicale di calda riconoscenza, Paolo ringrazia i Filippesi per l’aiuto che gli hanno fatto pervenire in carcere per mezzo di Epafrodito. Traspare da essa l’affetto e la stima per i destinatari, il tono esortativo è dettato dalla sollecitudine della paternità spirituale.
Godremo di questa lettura e cercheremo di imparare insieme a pregare con la Parola.
Lo Spirito Santo scaldi i nostri cuori, illumini le nostre menti e ci renda docili alla sua azione.
LA LETTERA DI GIACOMO La lettera di Giacomo con la quale prosegue il nostro cammino di catechesi, fa parte delle lettere cattoliche: sono sette lettere del N. T. che non sono di Paolo. Esse furono raccolte in un’unica collezione nonostante siano di origine diversa. Una di San Giacomo, una di San Giuda, due di San Pietro e tre di San Giovanni. Il titolo “cattoliche” si deve al fatto che non sono indirizzate a una comunità o a qualcuno in particolare ma riguardano i cristiani in generale. Fu scritta probabilmente da Giacomo che in Mt.13,55 è chiamato “fratello del Signore”, il quale fu vescovo della chiesa di Gerusalemme e martirizzato nell’anno 62. In questo caso la lettera sarebbe stata scritta prima di questa data. Tuttavia oggi ci sono alcuni studiosi che ne collocano la data di comparizione tra la fine del primo secolo e l’inizio del secondo. Fu introdotta nel canone solo verso la fine del lV secolo. I destinatari sono i Cristiani della diaspora, quelli cioè di origine giudaica dispersi nel mondo greco-romano, in Siria e in Egitto, ma di per sé potrebbe riferirsi a tutta la Chiesa in quanto popolo di Dio pellegrinante e straniero nel mondo. Più che una lettera, come farebbero pensare i saluti iniziali, può essere considerata una catechesi che verte su due temi principali: la sollecitudine verso i poveri e gli umili, i favoriti di Dio, e la concretizzazione della fede in opere buone. La voce di Giacomo e le sue esortazioni morali sono un correttivo nei confronti di un cristianesimo fatto di troppe parole (dibattiti, documenti…), o di sole preghiere. Senza nulla togliere alla necessità di questi aspetti, essi vanno verificati e testimoniati dai credenti con una vita ad essi corrispondente. Giacomo ci richiama ad essere ESECUTORI DELLA PAROLA e non solo ascoltatori. Ne scopriremo insieme la sorprendente attualità. Vi aspettiamo, le catechiste Elena, Margherita e Aurora.
2014/15 - Catechesi Adulti
Atti degli Apostoli e catechesi degli adulti
Atti degli Apostoli - Il libro degli atti degli apostoli formava originariamente un'opera unica con il terzo Evangelo, una specie di storia delle origini cristiane. L'autore, Luca, che conosceva bene le tradizioni ebraiche e possedeva un'ampia cultura ellenistica, fu compagno di viaggio di Paolo. Per la ricerca accurata delle fonti e la testimonianza oculare dell'autore presente a molti fatti narrati, l'opera è ritenuta storicamente attendibile. Essa mostra la realizzazione del comando di Cristo: " Sarete miei testimoni a Gerusalemme, in Giudea, in Samaria e fino ai confini del mondo". Infatti la fede cristiana si impianta solidamente a Gerusalemme, dove la prima comunità cresce in grazia e in numero (1-5). Inizia quindi l'espansione, preparata dalla tendenza universalistica di alcuni cristiani e favorita dal martirio di Stefano (6-7). Il Vangelo raggiunge la Samaria e la zona del mare (8). La conversione di Paolo (9) ci informa che vi sono comunità cristiane in Siria e in Cilicia. Quindi è Antiochia, in Siria, che riceve il Vangelo e diventa in breve tempo un centro missionario(11). Intanto si prepara il passo decisivo: il passaggio del Vangelo ai pagani: dopo la conversione4 dl comandante romano Cornelio, Pietro parte per una destinazione non precisata(11-12), Paolo è ora il grande missionario. Un primo viaggio lo conduce in Turchia(13-14), un secondo e un terzo in Macedonia e in Grecia(15-18; 19-21). Infine Paolo torna a Gerusalemme dove viene arrestato; viene condotto prigioniero a Roma e lì predica in catene il Vangelo. Nella capitale dell'impero romano, che può ben essere considerata come "confini del mondo" l'autore termina la sua opera. Luca esplicita anzitutto l'annuncio fondamentale degli apostoli: la resurrezione di Gesù, di cui i discepoli sono testimoni; i discorsi degli apostoli, di Pietro soprattutto, sono ciascuno una sintesi del Vangelo. Fervente è l'attività missionaria, ma lo Spirito Santo è la forza vera della diffusione del Vangelo tra gli uomini: Lui solo spinge, quasi costringe i discepoli a superare i confini del giudaismo, per portare il Vangelo ai pagani. Così nasce la nuova comunità universale, la Chiesa, di cui Luca ci mostra i caratteri essenziali: conversione, Battesimo, Eucarestia, preghiera, condivisione dei beni, amore fraterno, annuncio del Vangelo. Questa chiesa è universale perché annuncia l'unica salvezza per tutti gli uomini: Gesù Cristo, il Signore che è salito al cielo e che ritornerà. L'opera lucana si interrompe quando il Vangelo giunge a Roma, ma in questi trenta anni, di cui ci fa una storia parziale, c'è tutta la vita della Chiesa.
Quale Parola più adatta a guidarci nella catechesi di questo anno in cui la Chiesa di Mantova è impegnata nei lavori per il Sinodo?
E' un momento storico sia perché sono trascorsi ben più di cento anni dall'ultimo celebrato, sia perché per la prima volta i laici sono chiamati a dare il proprio contributo per definire insieme ai Pastori il volto giovane e gioioso della Chiesa che non teme il nuovo e fa trasparire l'azione del Risorto il quale, tutt'altro che assente dalla vita degli uomini di oggi e di ogni tempo, è in verità IL SIGNORE DELLA STORIA.
Gli incontri saranno quindicinali a cominciare da martedì 21 ottobre, al pomeriggio alle 16,30 oppure alla sera alle 21.
Con piacere vi aspettiamo numerosi per percorrere insieme un altro tratto di cammino.
Le catechiste Margherita, Elena e Aurora.
2013/14 - Catechesi Adulti
IL LIBRO DELLA SAPIENZA
Riprendiamo gli incontri di catechesi per gli adulti per metterci insieme in ascolto della Parola del Signore. Quest'anno ci guiderà il libro biblico della Sapienza.
Scritto intorno all'anno zero ad Alessandria d'Egitto, grande città sede di biblioteche e musei, ricca di scuole filosofiche e scientifiche, convergenza di culture, civiltà e culti popolari, il libro della Sapienza porta al culmine la rivelazione precristiana fungendo da ponte tra l'Antico e il Nuovo Testamento.
L'autore, un saggio ebreo ellenizzato che ben conosce i Salmi, i Profeti e tutta la Scrittura, la fa riecheggiare nel suo libro che è rivolto sia ai suoi compatrioti ebrei che ai pagani, ed oggi a noi, perché ricerchiamo il Dio che ama tutti gli uomini. Egli nella sua speculazione sui temi fondamentali della vita, caratteristica di tutta la letteratura sapienziale, fonde culture diverse ma complementari, assumendo le nuove terminologie filosofiche del tempo per offrire una chiave interpretativa dell'enigma sul definitivo destino dell'uomo. Se l'angosciante problema di Giobbe della sofferenza del giusto rimane senza soluzione e la riflessione di Qoelet mette in seria discussione la teoria della retribuzione durante la vita, negando altresì ogni prospettiva oltre la morte, il libro della Sapienza ci insegnerà come non sia vero che la morte abbia l'ultima parola.
Presentando il progetto di Dio nei confronti dell'uomo, manifesta una fede sicura e ferma nell'immortalità personale al di là della morte e in una retribuzione ultraterrena, secondo il giudizio giusto e misericordioso di Dio. Dio ha creato l'uomo per l'incorruttibilità ed essa assicura un posto presso di Lui come ricompensa della sapienza ricevuta in dono ma anche perseguita nell'obbedienza alla Sua Parola. La vita terrena non è che la preparazione all'altra vita ove i giusti vivranno eternamente con Dio e gli empi saranno puniti.
Non meraviglia che il N.T. attinga abbondantemente da questo libro. Avremo modo di riflettere e confrontarci sui temi centrali quali: la Sapienza, lo Spirito, l'immortalità, la giustizia.
Come negli anni precedenti gli incontri saranno al martedì con cadenza bisettimanale, alle 16,30 oppure alle 21 nella canonica di S. Egidio.
Contiamo di vedervi numerosi per metterci insieme alla scuola della Parola di Dio.
Le catechiste: Margherita, Elena, Aurora.
2012/13 - Catechesi Adulti
QOELET (da aprile 2013)
Diversi per genere letterario e per stile, il libro di Giobbe e quello di Qoelet, che ci accingiamo ad affrontare, sono entrambi libri di rottura nei rispetti di una mentalità statica e soddisfatta del proprio sapere. Sono libri di crisi, di provocazione alla ricerca di una fede più autentica e consapevole.
Il libro di Qoelet o Ecclesiaste è uno dei più difficili e più importanti dell'A. T. Il termine Qoelet sembra indicare colui che partecipa all'assemblea, che prende la parola per esprimere il proprio parere diverso da quello tradizionale. Scritto intorno al 200 a. C., ne vengono date differenti interpretazioni: Qoelet è un pessimista convinto che la vita non ripaga la nostra fatica e delude tutte le nostre speranze? Oppure è un ottimista convinto che la vita, nonostante il succedersi di situazioni disparate e contraddittorie che la fanno apparire senza senso, segue un progetto, un ordine che noi non vediamo ma che la fede garantisce?
L'autore dotato di originalità di pensiero e di grande onestà intellettuale, offre molta materia di riflessione. Vi troviamo risvolti di pessimismo ma bilanciati da un sano e realistico amore per la vita, tracce di scetticismo nei confronti di Dio bilanciati da una fede robusta, espressioni di critica distruttiva bilanciate da altre sagge e di buon senso. Vi sono presenti tutte le tensioni e le contraddizioni che fanno parte della vita osservate con occhio onesto e disincantato.
Il tema centrale del libro ruota intorno a quelle che il Concilio Vaticano II definisce: "le grandi domande che ognuno di noi si porta dentro: Che senso ha la vita? La realtà è assurda o intellegibile? la vita è un dono, un destino cieco o un caso? perchè questa sete che nessuna conquista riesce ad estinguere? che cosa posso sperare e che cosa devo fare?" ( Gaudium et Spes, 10)
Il tentativo di capire l'esistenza del mondo e della vita umana si scontra con l'incapacità dell'uomo di comprendere le opere di Dio e i suoi disegni. Ai tanti limiti della conoscenza che rendono pura temerarietà la pretesa di conoscere Dio e le sue vie, si aggiunge la morte, il limite estremo che pone definitivamente fine alla vita umana e rende relativo tutto ciò che esiste e si può realizzare nella vita.
Data la relatività di ogni esperienza e conoscenza, la perfetta felicità che sazierebbe quella fame di assoluto che è nello spirito umano non è raggiungibile. L'uomo deve accontentarsi di particelle di soddisfazione, momenti di felicità che diano senso alle fatiche quotidiane della vita.
Tuttavia poichè i motivi di gioia non eliminano la precarietà della vita, il saggio non sopravaluta la realtà ma accetta la vita così com'è con le sue luci e la sue ombre.
Ci aiuterà a riconoscere e cogliere le gioie della vita e ci suggerirà il giusto rapporto con Dio.
A questo libro affascinante e attualissimo dedicheremo gli ultimi quattro incontri della nostra catechesi di quest'anno.
Vi aspettiamo con tanto desiderio di camminare insieme alla luce della Parola di Dio.
Le catechiste Margherita, Elena, Aurora.
G I O B B E (da settembre 2012)
Riprendiamo gli incontri di catechesi per gli adulti, quest'anno leggeremo il libro di Giobbe, il capolavoro letterario del genere sapienziale.
E' composto essenzialmente da un lungo dialogo poetico preceduto e seguito da una narrazione. La cornice in prosa descrive la pietà e la felicità di Giobbe e le dure prove cui è sottoposto col permesso di Dio. Pur perdendo beni, figli e salute, Giobbe supera la prova cui è sottoposta la sua fede. Tre amici vengono a trovarlo e per sette giorni non fanno che piangere.
Il dialogo poetico inizia con lo sfogo appassionato di Giobbe che maledice il giorno della sua nascita e si articolerà poi in tre cicli di dialoghi tra il protagonista e i suoi amici che esprimono le loro opinioni morali su quanto gli è successo.
Il tema principale del confronto si interroga sulla sofferenza inspiegabile del giusto. Giobbe rifiuta le spiegazioni razionalizzanti proposte dagli amici e protesta con forza la propria innocenza e l'irrazionalità della sofferenza che lo ha colpito, chiede conto a Dio di quanto gli avviene, è Dio il grande discusso!
E alla fine "dal seno della tempesta" interviene Dio e parla a Giobbe...
Nella riflessione sul dolore innocente il grido di Giobbe diventa il nostro grido, le sue domande sono le nostre, sia nostra anche la sua pazienza, ovvero la sua fedeltà e la costante ricerca di Dio e della sua Giustizia.
Ci occorrerà anche la pazienza di non cercare uno sviluppo nella storia, di non voler trovare delle risposte ...ma di seguire il percorso del testo accettando fino in fondo la sfida di Giobbe.
Intraprendiamo con umiltà e apertura di cuore questo cammino che ci è donato di compiere insieme.
Gli incontri avranno come sempre cadenza quindicinale, al martedì pomeriggio alle 16,30 oppure alla sera alle 21.
Vi aspettiamo con rinnovato entusiasmo, le catechiste Margherita, Elena, Aurora.

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