2015/16 - Catechesi Adulti
CATECHESI ADULTI: LETTERA AI ROMANI
Scritta da San Paolo nell’anno 57-58 verso la fine del suo terzo viaggio missionario, la lettera ai Romani, diversamente dalle altre lettere paoline scritte a comunità da lui stesso fondate, è una presentazione della missione per cui Dio stesso lo ha chiamato e dei contenuti della fede ad una comunità che ancora non lo conosce personalmente.
Si tratta di un vero e proprio trattato dottrinale il cui tema è centrato sul “ Progetto universale di salvezza che Dio realizza attraverso Gesù Cristo.”
Tutti gli uomini sono peccatori al cospetto di Dio e a tutti viene offerta la salvezza mediante la fede in Gesù Cristo.
E’ la fede che compie la giustificazione per ogni creatura umana che crede che Gesù è il Messia, il Figlio di Dio morto e risorto per la salvezza nostra.
Come tutti gli uomini hanno peccato in Adamo e in lui sono morti, così tutti sono ricreati perché redenti in Cristo, nuovo Adamo, e in Lui hanno la vita per la sovrabbondanza della sua grazia. Nel Battesimo, giustificati per mezzo della fede rinasciamo a vita nuova nel mistero di Cristo che ci dona il suo Santo Spirito affinché possiamo vivere in comunione con Lui nell’obbedienza del Vangelo.
La lettera ai Romani ci offre un itinerario spirituale, un invito a metterci in cammino dalla vecchia esistenza di peccato e morte al divenire creature nuove in Cristo nel dinamismo costante della fede.
Data l’intensità del testo, gli incontri quest’anno avranno un andamento particolarmente meditativo per permetterci di gustare tutta la ricchezza della Grazia che la Parola ci comunica e lasciarci plasmare da essa.
Riprendiamo gli incontri martedì 6 ottobre sempre con cadenza bisettimanale e con doppia possibilità di partecipazione, pomeridiana alle ore 16,30 con Margherita e serale alle ore 21 con Elena e Aurora.
Confidiamo di ritrovarci numerosi per crescere insieme nella conoscenza e nella grazia della fede, le catechiste: Margherita, Elena, Aurora.
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Esortazioni di vita cristiana
Romani 12-16
Nella seconda parte dell'epistola si passa dall'esposizione di quanto Dio ha fatto per noi a ciò che Egli vuole fare con noi.
Gesù si è fatto dono di salvezza per ciascuno, ora, accolto il dono, pieni di gratitudine, siamo chiamati ad esprimere la nostra fede facendoci imitatori di Cristo, rivestendoci di Lui.
Questa è l'opera dello Spirito Santo in noi e tra i suoi frutti al primo posto è l'amore, la Carità sincera verso tutti.
La delicatezza e la benevolenza siano il segno distintivo dei nostri rapporti umani, l'accoglienza, l'umiltà e la stima reciproca gli atteggiamenti che ne scaturiscono.
In questi preziosi capitoli l'apostolo ci espone una serie di suggerimenti pratici per una vita autenticamente cristiana.
Siano queste le pagine per la nostra meditazione personale durante il periodo estivo.
L'Incredulità dei Giudei
Rm. 9-11.
San Paolo riflette accoratamente sulla posizione del popolo ebraico al quale egli stesso appartiene.
Privilegiato fin dai tempi antichi attraverso le promesse che Dio fece ad Abramo e alla sua discendenza, Israele divenne lo strumento eletto attraverso cui la salvezza avrebbe raggiunto tutta l'umanità. Gn.18,8: "In te saranno benedette tutte le genti".
Tutte le fasi preparatorie in vista della salvezza compiuta da Cristo, erano avvenute all'interno del popolo ebraico "...essi possiedono l'adozione a figli, la gloria, l' alleanza, la legge, il culto, le promesse...da essi proviene Cristo secondo la carne. (Rm. 9,4-5)
Ma anche se discendente di Abramo, Israele rifiutò Gesù come Messia (11,15) e in tal modo apparentemente si escluse dalla salvezza offerta da Gesù. Potrebbe sembrare che il piano di Dio sia fallito proprio nel momento decisivo (9,6). Tale piano in realtà non è fallito perché l'infedeltà di Israele era stata prevista da Dio e inserita nel suo progetto.
Infatti sia l'infedeltà che l'invito rivolto ai gentili erano stati preannunciati dai profeti (9,6-32).
L'infedeltà in questo caso, consiste nel rifiuto di accettare Colui nel quale ora si è aperta a tutta l'umanità la giustificazione e la salvezza.
In realtà si tratta solo di un'infedeltà parziale (Rm. 11,1-10), perché una parte di Israele, "un resto", la Chiesa, ha riconosciuto in Gesù il Cristo.
Questa infedeltà oltre che parziale, sarà anche temporanea, nel frattempo grazie all'errore commesso da Israele, la salvezza è giunta ai pagani che sono stati chiamati a formare il nuovo popolo di Dio. Le promesse e l'elezione divina però non vengono meno, Israele rimene il popolo eletto di Dio. L'indurimento di una parte del popolo ebraico sarà in atto finché non saranno salvate tutte le genti. Allora tutto Israele sarà salvato.
"Se dunque la loro caduta è stata ricchezza del mondo e dei pagani, cosa non sarà la loro partecipazone alla salvezza!" (Rm.11,11-12).
Spirito di libertà
Re. 8
Liberarci dalla signoria del peccato e dal legalismo è il primo effetto della Redenzione, il secondo, in stretta interdipendenza col primo, è l'entrata nella vita divina in Cristo, che si attua nello Spirito Santo. In questo modo san Paolo esplicita nella sua straordinaria ricchezza il contenuto della salvezza che Dio ci ha donato mediante la passione morte e resurrezione del suo Figlio Gesù.
Con il dono dello Spirito Santo, nel battesimo Dio effonde la sua legge nei nostri cuori, è la legge dell' amore. Lo Spirito ci testimonia l'amore di Dio e ci rende capaci di corrispondergli con una quotidianità vissuta nell'obbedienza al Vangelo.
Lo Spirito ci attesta che siamo figli di Dio in Cristo, eredi con lui della sua vita divina.
Egli oltre che principio di vita nuova è anche principio di preghiera nuova. Infatti non si limita a suggerisci come dobbiamo pregare ma prega con noi, suscita e attualizza in noi la preghiera di Gesù "Abba' Padre" suscitando in noi lo stesso abbandono fiducioso di Cristo che intercedere costantemente per i suoi.
Non lasciamoci sopraffare e scoraggiare da alcuna avversità, poiché in Cristo il Padre ci dona ogni cosa, la realtà del suo amore per noi travolge ogni ostacolo alla nostra salvezza. Essa è già iniziata ma ancora deve essere conseguita in pienezza; insieme all'uomo, anche la natura, che soffre con tutto il cosmo le conseguenze del peccato, attende il compimento della salvezza e la rivelazione della Gloria dei figli di Dio.
Liberi dalla legge
Rom. 7
Argomento di tutto il capitolo è il rapporto tra la legge e la vita morale dell'uomo considerato senza Cristo e con Cristo.
La legge ha la capacità di darmi la consapevolezza del peccato ma non quella di darmi la forza per non commetterlo. Per cui il peccato che io commetto diventa più grave perché ad esso si aggiunge la colpa della trasgressione. Paradossalmente la legge, oltre a non salvarmi aggrava la mia condizione di peccatore.
San Paolo descrive la drammatica lotta interiore dell'uomo che percepisce in sé uno scollamento tra il volere e l'agire. Pur volendo il bene, non riesce a compierlo perché si trova sotto la spinta della debolezza umana legata alla carne che lo lega intrinsecamente al peccato e lo trascina a compiere il male che non desidera.
Così l'uomo diventa il campo di battaglia tra la legge di Dio che gli fa conoscere il peccato e lo invita a non compierlo e un'altra legge opposta che lotta contro la legge di Dio e che prende il sopravvento assoggettandolo al peccato e rendendolo schiavo di esso.
Per Grazia di Dio questa situazione è completamente liberata mediante l'intervento salvifico di Cristo. Per coloro che sono diventati uomini nuovi in Cristo non c'è più nessun elemento di condanna, essi sono liberati completamente dalla legge del peccato. (8,1)
Liberi dal peccato
Rom. 6
Finora San Paolo ci ha detto come si entra nella salvezza: gratuitamente per la fede; ci ha parlato dell'autore della salvezza e dell'Evento che l'ha resa possibile: Gesù Cristo con la sua passione e Dio Padre con la sua compassione. Ora egli ci parla del contenuto della salvezza, la liberazione dal peccato e dalla legge (cc.6-7) e il dono dello Spirito Santo(c 8).
La liberazione dalla signoria del peccato è la precondizione per entrare nella Signoria di Cristo che si attua nello Spirito Santo.
Nel battesimo il cristiano è associato alla morte di Cristo, muore al peccato ed entra nella vita divina divenendo partecipe anche della Risurrezione di Cristo. La veste bianca rituale è il segno della cancellazione dei peccati con l'impegno a custodire e alimentare la santità che ci è donata. Il sacramento della Riconciliazione rinnova ogni volta il perdono di Dio. Papa Francesco ci ricorda che Dio non si stanca mai di perdonarci ma noi non dobbiamo stancarci di chiedere perdono e di ricorrere alla Sua misericordia, con cuore sincero e con il fermo proposito di dire "basta" al peccato.
Liberato dalla schiavitù del peccato il cristiano è ora libero di servire Dio, diventa schiavo di Cristo, una schiavitù che è obbedienza d'amore. Tutti sperimentiamo quanta gioia ci dia il compiacere coloro che amiamo.
Ebbene, l'amore di Dio è il più grande e totalizzante della vita, quindi l'obbedienza d'amore a Gesù Cristo ci rende liberi e felici.
Intraprendiamo oggi, anche cogliendo l'occasione dell'anno giubilare,un cammino di vera conversione perché ogni giorno facciamo morire in noi l'uomo peccatore e facciamo crescere l'uomo nuovo che appartiene a Cristo.
Desidero ricordare
Desidero ricordare che martedì 19 gennaio riprendiamo gli incontri di catechesi per gli adulti che quest'anno hanno come testo di riferimento la lettera di san Paolo apostolo ai cristiani di Roma. Nel rinnovare a tutti l'invito a partecipare a questa importante forma di crescita cristiana, presento una breve lettura del Cap. 5 meditato nell'ultimo incontro di dicembre.
Rom. 5
In questo capitolo si canta la giustificazione attraverso Cristo.
Scopriamo il tenero, infinito, misericordioso amore del Padre il quale non ha esitato a sacrificare il suo unico figlio per noi peccatori e del Figlio che, mentre eravamo ancora peccatori, è morto per noi, giustificandoci nel suo sangue versato sulla Croce e salvandoci dall'ira e dall'inimicizia con Dio.
Se in Adamo ogni uomo è peccatore e dalla sua disobbedienza abbiamo tutti ereditato il peccato, che conduce alla morte, Gesù Cristo, nuovo Adamo, con la sua obbedienza, ha sconfitto il male che ci teneva prigionieri e ci ha ridonato la vita.
Per Grazia, mediante il suo Sacrificio, la vita regna ove prima regnava la morte.
Con una grossa sproporzione perché la Grazia che scaturisce dal Cristo non si limita a cancellare il peccato, ma ricolma ogni uomo che aderisce a Lui di una sovrabbondanza di doni e della partecipazione alla vita stessa di Dio.
Giustificati per la fede
Rom.4
Abramo, costituito padre di tutti i credenti, per fede fece quanto Dio gli chiedeva e la sua fede gli fu accreditata come giustizia, per dono gratuito di Dio.
Infatti non per le opere ma per la fede siamo giustificati, nessuno può vantarsi di nulla di fronte a Dio, ma siamo santificati esclusivamente dalla sua bontà e dal suo amore se crediamo e accogliamo la salvezza che Egli ci dona.
Come Abramo credette in Dio che gli prometteva un futuro di salvezza, noi crediamo che Egli ha realizzato e porta a compimento per noi la salvezza promessa ad Abramo, di cui siamo eredi, mediante la Crocifissione, la Morte e la Resurrezione del figlio suo Gesù Cristo.
Giustizia e Misericordia di Dio.
Rom. 3
San Paolo continua a descrivere l'uomo sotto il regime del peccato fino alla metà del capitolo 3, ma dal v. 21 c'è un cambiamento di tono, è come se il cielo cupo si squarciasse facendo rivedere il sole: "Ora invece si è manifestata la Giustizia di Dio" (3,21). Questo è il sole che appare improvvisamente nelle tenebre del peccato.
Nessuno può vantarsi: non gli uomini hanno cambiato vita e hanno iniziato a operare il bene, ma Dio ha agito, ha teso la sua mano all'uomo peccatore. "Tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma tutti sono giustificati gratuitamente per la sua Grazia, in virtù della redenzione operata da Gesù Cristo." (3,23-24)
Dio fa giustizia facendo misericordia! Il Vangelo, la bella notizia che san Paolo reca ai cristiani di Roma è questa: Dio manifesta agli uomini la sua benevolenza, il suo perdono, la sua grazia mediante il sangue, sparso in espiazione, del figlio suo Gesù Cristo. Mediante il suo sacrificio sulla croce l'uomo peccatore è redento, liberato dalla schiavitù del peccato, riscattato a caro prezzo dal Padre e dal Figlio, perdonato e santificato.
Nel momento in cui io prendo coscienza di questo dono gratuito e inestimabile che mi viene offerto e lo accolgo con gioia e do la mia adesione di fede a Gesù Cristo, si compie la mia giustificazione; da quel momento in poi tutta la mia vita tenderà a Cristo.
Conniventi col peccato
Romani 2
Dopo la tremenda requisitoria verso il peccato dei pagani e la deriva morale in cui li ha trascinati, san Paolo volge lo sguardo ai Giudei,(ai pii, ai credenti, a noi); che parte abbiamo in tutto ciò?
Il Giudeo, forte della legge, se ne fa un vanto e nel nome di essa giudica il resto del mondo accusandolo di peccato. Ma non si accorge di essere connivente con esso, di condividere l'empieta' della disobbedienza a Dio.
Abbiamo l'aggravante della testimonianza negativa per causa della quale il Signore viene rifiutato e bestemmiato come conseguenza dei nostri peccati. "Mentre giudichi gli altri condanni te stesso" ci dice l'apostolo accusandoci di fare le medesime cose che condanniamo negli altri.
Non pensiamo di scampare al giudizio di Dio: chi commette il male, sia Giudeo che pagano,(credente o non credente) sarà giudicato allo stesso modo nel Giorno del Giudizio, quando Dio Padre, per mezzo del Figlio suo Gesù Cristo, giudicherà gli uomini non fermandosi alle apparenze ma svelando i segreti dei cuori, per cui ciascuno sarà ricompensato secondo le sue opere.
Peccato e Salvezza
Romani 1,16-23
Dal v. 18 fino a tutto il cap. 3 san Paolo ci svela la drammatica realtà del peccato: “ Tutti gli uomini sono peccatori e a tutti viene offerta la salvezza mediante la fede in Gesù Cristo.” E’ il titolo che potremmo dare a questa parte della sua lettera.
Egli dapprima considera la situazione dei pagani i quali, pur avendo ricevuto una conoscenza iniziale di Dio attraverso le opere create, nelle quali Egli si rivela, non ascoltano la verità di Dio scritta nella creazione.
E’ complicato il discorso sul peccato perché noi tutti vi siamo immersi e ne siamo contaminati, infatti come dice il salmista “ Nel cuore dell’uomo parla il peccato, egli si illude in se stesso nel ricercare la colpa e detestarla…” (sal. 36).
Alla base del peccato c’è l’empietà, il non riconoscere Dio come Creatore e se stessi come creatura, per cui si vive come se Dio non esistesse. Così i ragionamenti dell’uomo divengono vuoti e “… mentre si dichiarano sapienti, sono diventati stolti.” (Rom 1,22)
La prima, drammatica conseguenza del peccato è l’allontanamento da Dio che è costretto ad abbandonare gli empi al proprio rifiuto. Questo li porta, sul piano morale, ad una generale dissoluzione dei costumi, un vero e proprio torrente di perdizione che trascina l’umanità in rovina senza che neppure se ne renda conto.
L’impressionante quadro tracciato dei vizi della società pagana lo diventa ancor di più appena ci accorgiamo che rispecchia la nostra società e che le parole usate dall’apostolo potrebbero essere scritte oggi.
Sconcerta che San Paolo indichi tutto questo disordine morale come la conseguenza dell’ira di Dio per la quale gli empi “…ricevono in se stessi la ricompensa della loro aberrazione”; il peccato è castigo a se stesso, è detto infatti nel libro della Sapienza: “ Con quelle stesse cose con cui uno pecca, con quelle è castigato.”
Solo attraverso l’adesione di fede a Gesù Cristo crocifisso e risorto giunge a noi la salvezza. Allora recitiamo con gioia le parole del salmista: “ riconosciamo che il Signore è il nostro Dio, Egli ci ha fatti, a Lui apparteniamo…” (sal. 100)
Amati da Dio.
Rom.1,1-15
Dopo una presentazione che contiene in sintesi tutto il tema della lettera, l'apostolo dà anche a noi che lo ascoltiamo oggi una notizia meravigliosa: Dio ci ama!
Quel Dio che i profeti hanno presentato con le immagini dell'amore paterno e materno, dell'amore appassionato dello sposo verso la sua sposa, è lo stesso Dio che volge il suo sguardo amorevole su di noi, sue creature amate.
Meditiamola questa notizia, lasciamo che permei ogni fibra di noi, lasciamoci riscaldare da essa come la terra al sole d'estate. Proprio perché Dio mi ama io divento capace di amare Dio e i fratelli che mi mette accanto nel cammino. È il Suo amore che dà senso e valore alla mia vita e la salva.
Questo il primo importante messaggio giunto a noi nel primo incontro di catechesi sulla lettera ai Romani.
Prossimo incontro martedì 20 ottobre,Arrivederci.