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2017/18 - Catechesi Adulti

Il 17 ottobre ricominciano gli incontri di Catechesi per gli adulti. Chiamati ancor prima e ancor più dei piccoli e dei giovani a conoscere e meditare la Parola del Signore e gli insegnamenti della Chiesa, non trascuriamo la formazione di cui tutti sempre abbiamo bisogno e cammiamo nella Comunità sentendoci da essa sostenuti e accompagnati nella testimonianza della nostra vita. Il nostro libro guida quest’anno sarà: A P O C A L I S S E L’ultimo libro della Bibbia è stato scritto da Giovanni, si ritiene comunemente che sia lo stesso che ha scritto il quarto Vangelo ma fra gli studiosi persiste qualche dubbio. L’autore infatti non dice mai di essere uno degli apostoli né di aver conosciuto personalmente Gesù. Tuttavia vi sono alcune somiglianze con il Vangelo di Giovanni e le sue lettere, per cui si può con una certa sicurezza ritenere che sia di ispirazione giovannea, scritto nei circoli più vicini all’apostolo e penetrato del suo insegnamento. La sua composizione viene datata intorno all’anno 95, sotto l’impero di Domiziano, in un periodo di grandi turbamenti e di violente persecuzioni. Quando Giovanni scrive, la Chiesa, nuovo popolo eletto, è stata decimata da una sanguinosa persecuzione scatenata da Roma e dall’impero romano (la bestia), ma su istigazione di satana, l’avversario di Cristo e del suo popolo. L’intento dell’autore è quello di rafforzare e sostenere la fede dei cristiani nella vittoria di Cristo e della sua Chiesa. Il messaggio dell’Apocalisse è un messaggio di cui l’uomo contemporaneo ha urgente bisogno; è una RIVELAZIONE, questo il significato della parola, ma non la rivelazione di un futuro minaccioso, né una descrizione del giudizio finale, almeno non solo. E’ invece la rivelazione del senso profondo della storia i cui eventi sono saldamente nelle mani di Dio e sono da Lui guidati verso il compimento del suo Regno. E’ un messaggio di consolazione, fondata su una certezza: la vittoria di Gesù Cristo crocifisso e risorto, vittoria già avvenuta e definitiva anche se non ne abbiamo ancora chiare tutte le conseguenze e le implicazioni. Da ciò scaturisce un orientamento preciso: quello di porsi di fronte alle vicende umane, che tutt’ora sembrano nelle mani delle forze del male, con un atteggiamento di fondamentale ottimismo: il male e le idolatrie varie sembrano forti ma in realtà sono già sconfitti! La lettura dell’Apocalisse offre dunque speranza e non angoscia, e di speranza e di chiarezza oggi abbiamo tutti veramente bisogno. Da ultimo dobbiamo sottolineare il fascino e la bellezza letteraria indiscutibili di questo libro, anche se a volte ne rendono difficile la comprensione, compensano altamente la fatica. Vi aspettiamo, le catechiste : Elena, Margherita, Aurora.

Vieni Signore Gesù!

Apocalisse cc 21-22.

Siamo giunti al termine del nostro cammino, il punto verso cui tutta l'umanità è incamminata. Ci lasciamo alle spalle il tumulto della storia umana con le sue contraddizioni e le sue violenze per contemplare e godere la pace e la gioia del Regno di Dio.

Siamo immersi nella novità di Dio che fa nuove tutte le cose: i cieli, la terra e l'umanità stessa...; al centro è la Sua sovranità, così differente dalle deboli, arroganti sovranità umane che vorrebbero innalzarsi fino a farsi dio. La sovranità di Dio, al contrario, discende dal cielo fino al cuore della storia umana, per riscattare e realizzare la salvezza della creatura che si è allontanata, liberandola dai lacci della morte.

Se in precedenza ci è stata mostrata Babilonia, la città idolatra che si erge sfrontatamente contro Dio, ora possiamo contemplare la Nuova Gerusalemme, la sposa dell'Agnello, pronta per le nozze e adornata della Gloria di Cristo. È la Chiesa glorificata che partecipa della vittoria e della vita del suo Signore.

Ella è in comunione di vita con Dio, risplende della sua luminosità, è presenza e trasparenza di Lui: "Non avranno più bisogno di luce di lampada né di luce di sole perché il Signore Dio li illuminerà ed essi lo vedranno faccia a faccia così come Egli è. ..". Si realizza il grande anelito dell'animo umano, l'ansia di ogni sua ricerca:" Il tuo volto, Signore, io cerco...non nascondermi il tuo Volto!" Il cerchio si chiude, la Bibbia inizia, dopo la Creazione, con il racconto del Paradiso perduto e si conclude ora con il meraviglioso compimento della nuova creazione, la salvezza e la novità del Regno di Dio.

Esclusi dalla felicità di questo Regno sono coloro che hanno rifiutato Dio, che non hanno accolto la sua proposta d'amore, che hanno impostato la loro vita su falsi valori scimmiottati di un falso "buonismo" a vantaggio di interessi di parte che pretendono di servire l'uomo e invece lo distruggono.
Solo la strada dei martiri, dei testimoni che impostano la vita sulla Parola di Dio è quella che conduce alla salvezza.

L'intera rivelazione dell'Apocalisse vuole mostrare la conclusione sicura della Storia umana con la seconda venuta del Signore Gesù. Il libro si chiude con un dialogo liturgico, a Gesù che promette: "Ecco vengo presto" (cioè di sicuro), lo Spirito, la Sposa e il cristiano rispondono con l'invocazione trepidante: "Vieni, Signore Gesù ". Non c'è cosa più importante e desiderabile di questa, che il Signore venga a realizzare la sua promessa, la sua volontà di salvezza!

Ci arde il cuore mentre facciamo nostra quella parola di completa adesione e fede gioiosa che chiude il libro dell'Apocalisse e la Bibbia intera: "Amen".

Buona estate a tutti.

Beato colui che vigila!

Ap. cc. 16-20

C. 16 Si esegue il giudizio; l'ira di Dio è in atto contro l'idolatria e l'ostinazione al peccato. "Ecco io verrò come un ladro...beato colui che vigila..."(16,15). Un angelo ci invita alla vigilanza e ci ammonisce a stare svegli, a non lasciarci fuorviare o incantare dalle apparenze.

C. 17 Roma è Babilonia, la grande prostituta, per i profeti marchio delle diverse incarnazioni storiche dell'idolatria. Essa è lo strumento della bestia, che a sua volta è incarnazione di satana.

C. 18 Un angelo annuncia la caduta di Babilonia, un secondo angelo avverte il popolo: occorre prendere le distanze dalla città, con essa il credente non ha nulla da spartire! I potenti, i mercanti,gli idolatri rimangono increduli, confusi, spaventati e sgomenti per il castigo che si abbatte su di essi.

C.19 Nel mentre la liturgia celeste esplode nell'Amen che esprime l'adesione accogliente del disegno di Dio, della sua vittoria. È un assenso gioioso, grato, trionfante che sfocia nell'Alleluia: "Sono pronte le nozze dell'Agnello, la sua sposa è pronta". La sposa ha indossato la veste nuziale di lino bianco, a differenza dell'invitato della parabola di Mt. 11-13. La sposa è la Chiesa, la veste nuziale sono le opere giuste dei santi di Dio. Esse sono la condizione per partecipare alle nozze dell'Agnello, non basta una semplice conoscenza o un'adesione formale, occorre mettere in pratica, vivere in armonia con quanto si crede.

Il Cristo vincitore giunge con potenza, nessuno può resistergli. Egli viene come giudice; nella sua prima venuta ha percorso la via della Croce, ora quella della vittoria. Non sono però due vie contrapposte,la seconda venuta non è altro che lo svelamento di ciò che la prima nascondeva. È una vittoria legata alla Croce, come indica l'immagine del mantello intriso di sangue.

Egli si chiama "Fedele e Verace", è la "Parola di Dio", il"Re dei re", il "Signore dei signori" e viene con tutto lo splendore che gli compete. In tutta l'Apocalisse domina assoluta e incontrastata la regalità di Dio: Colui che siede sul trono di fronte al quale cadono tutte le altre corone: "Gettarono le loro corone davanti al trono" (4,10); ma, accanto ad essa, l'Apocalisse parla anche della regalità dell'Agnello e del popolo da Lui riscattato. È una regalità che passa attraverso la Croce, a differenza di quella mondana che preferisce strade più comode.

C. 20 È la vittoria definitiva sul drago e sugli adoratori della bestia. La storia non è mai sfuggita dalle mani del Signore e si conclude con la sconfitta del male e della morte, la sua conseguenza più drammatica. Un'oscura visione mostra satana imprigionato per la durata del regno millenario in cui Cristo regna con i suoi martiri, con i risorti in Lui. Sant'Agostino riteneva si trattasse del tempo della Chiesa, in cui satana può essere reso innocuo dalla Grazia e dalla forza che Cristo dà alla sua Chiesa. Avrà un breve tempo di libertà in cui cercherà di scatenare tutta la sua virulenza ai danni della Chiesa nel tentativo estremo di distruggere l'opera di salvezza di Gesù. Questo avvertimento è perché non venga mai meno la vigilanza!

Un Vangelo Eterno

Apocalisse cc.14-15

Giovanni finora ci ha fatto comprendere che la Chiesa, (la donna, il bambino e i loro seguaci) è protetta ma non tolta dal mondo, e che satana è sconfitto in cielo ma attivo in terra e si incarna nelle potenze idolatriche che di volta in volta dominano la scena del mondo e vogliono sostituirsi a Dio. Sapranno resistergli i Cristiani?

Il profeta ci dà ora un anticipo del futuro di vittoria e di pace che attende chi supera la prova della fede. Appare l'Agnello sul monte Sion con i vittoriosi, coloro che non si sono contaminati con le idolatrie (vergini), essi sono segnati col nome dell'Agnello e non con quello della bestia; vivono la sequela di Gesù e lo seguono nella verità e sincerità della propria vita. Sono le "primizie" dei salvati, come le primizie indicano il resto del raccolto pronto a maturazione, essi indicano il seguire di una moltitudine di salvati. Inseriti nella vita di Dio che fa nuove tutte le cose, i santi cantano al Signore un canto nuovo.

L'Apocalisse è impregnata della novità del mondo di Dio, un mondo che in pienezza è nel futuro, ma che già ora è anticipato. È la novità escatologica, essa non è concessa agli idolatri, ma solo i 144.000 vittoriosi possono comprendere e cantare il canto nuovo.

Un angelo porta "un Vangelo eterno per annunciarlo al mondo intero." Questa Buona Notizia che l'angelo porta è contemporaneamente un ammonimento a coltivare il timore di Dio che ci ha creati e a rendergli gloria, è l'annuncio che Egli viene come giudice e della sua vittoria sulle forze del male e i loro seguaci: "È caduta, è caduta Babilonia la grande". È l'annuncio della beatitudine per coloro che perseverano nella fede e nell'obbedienza ai comandamenti fino al dono della vita stessa. Giovanni sente il bisogno di sottolineare che si tratta di un Vangelo eterno, cioè immutabile e definitivo, non è mai vecchio o superato ma sempre valido e attuale in ogni epoca e stagione.

Il c. 15 conclude la sezione iniziata al c.12 con la lotta tra la donna e il drago, annunciando l'intervento di Dio che pone fine alla furia del drago e alle forme storiche in cui esso si incarna, è il momento della mietitura e della vendemmia.
I vittoriosi cantano l'inno di liberazione per la grande e meravigliosa opera di salvezza compiuta in Gesù Cristo e noi celebriamo con essi le opere stupende di Dio che ci ha creati e redenti nel Figlio suo:

"Grandi e meravigliose sono le tue opere, Signore Dio onnipotente.
Giuste e vere sono le tue vie o re delle genti.
Chi non avrà timore di te, Signore, e non glorifichera' il tuo nome?
Poiché tu solo sei santo, tutti i popoli verranno e ti adoreranno
quando avrai manifestato i tuoi giudizi."

La Donna e il drago

Ap. Cc 12-13

(C.10) I due segni della donna e del drago approfondiscono il messaggio di salvezza di tutta l'Apocalisse.

La donna è prima di tutto Israele che genera il Messia. La donna è la Chiesa in balia della persecuzione ma che in Cristo genera sempre nuovi figli a Dio; la donna è Maria, conclusione dell'Antico Testamento e punto di passaggio dall'antico al nuovo Israele, Madre del Messia e immagine della Chiesa nel suo compimento glorioso.(Gv.19,25-27).

Il drago è identificato nel serpente antico, il demonio, il satana, il diavolo, il seduttore del mondo intero. Nella guerra celeste il demonio è sconfitto e precipitato sulla terra dove scatena la sua forza distruttiva contro il bambino prima, contro la donna poi; ma essi gli sfuggono per la loro santità (Resurrezione, Ascensione), allora, sconfitto, scatena le sue forze malvagie contro gli altri figli della donna (i discepoli, l'umanità).

Così il cristiano si trova nella condizione di poter contemplare e celebrare con gioia la lieta notizia della vittoria di Gesù Cristo sulle forze del male ma di vivere sulla sua pelle la tentazione del maligno e il suo ostinato furore per sedurlo e precipitarlo nel peccato e nella morte.

(C.13) La bestia che sale dal mare ha i connotati del drago e da questo riceve il potere e la gloria mondana (quella gloria che Cristo aveva rifiutato). La bestia è identificabile con l'impero romano,lo stato assoluto che vuole essere adorato, ma è una bestia dalle molte teste, si presta a molte incarnazioni storiche. Il credente può identificarlo perché i suoi tratti sono costanti: la bestemmia e il rifiuto di Dio, l'intolleranza verso i credenti, la pretesa di essere adorato come dio.

Una seconda bestia che viene dalla terra (il potere in atto) è al servizio della prima e, riscuotendo l'approvazione generale per i prodigi che sembra compiere, fa in modo che tutti adorino la bestia, se vogliono vivere. Coloro che non hanno il loro nome scritto nel libro della vita si prostreranno ad essa!

Il credente però non si lascia incantare,non adora altri che Dio, per questo è perseguitato. Per lui non c'è luogo o spazio di sicurezza, come non ci fu per Cristo; tuttavia la persecuzione, la prigionia, la morte stessa sono il segno che il suo nome è scritto nel libro della vita, quindi sarà sua la vittoria finale con Cristo!

Grazie Aurora per le tue

Grazie Aurora per le tue parole di catechesi, sempre illuminanti e ricche di fede.

Grazie a te Leo

Grazie a te Leo, sei sempre molto carino con me. Ritengo che le sintesi dei temi degli incontri di catechesi possano rivelarsi utili a chi non può partecipare fisicamente al martedì, ed anche a chi partecipa per non disperdere il messaggio.

Il tempo è scaduto!

Apocalisse cc 10-11.

Ecco apparire un angelo possente (c.10)che consegna a Giovanni un piccolo libro aperto. L'Angelo giura che non ci sarà più alcuna dilazione, il tempo è scaduto, al suono della settima tromba si compirà il Giudizio di Dio.

Il libro è aperto, forse a ricordarci che il mistero della storia ora ci è noto e il credente possiede la chiave per svelarlo. Il profeta deve mangiare il libro, esso è dolce al palato e amaro nelle viscere. Dolce perché annuncia la salvezza del Popolo di Dio, amaro perché la salvezza passa attraverso la tribolazione e la prova.

Chiaro è il significato del gesto di mangiare il libro: la Parola di Dio deve penetrare nell'intimo del testimone e di ogni credente, deve essere assimilata, digerita, deve diventare la sua vita, la sua consolazione, la sua inquietudine.

Prima dello squillo della settima tromba, ( c. 11), a Giovanni viene chiesto di misurare il tempio, l'altare coloro che vi pregano; l'atto di misurare indica preservazione: mentre la Chiesa, Popolo di Dio, viene preservata, quanto è al di fuori di essa (il cortile esterno) non è sottratto ma lasciato in balia della violenza dei persecutori.

Due testimoni della fede, volutamente non identificati perché identificabili da ciascuno in ogni epoca storica come due fedeli credenti, annunceranno con franchezza e senza timore alcuno la Parola di Dio e il suo progetto di salvezza, ma la loro testonianza suscitera' l'ira della bestia che sale dal mare e di quanti rifiutano Dio. La bestia rappresenta tutte le forze demoniache che trovano la loro incarnazione storica nello stato pagano che vuole essere adorato.

Essi tenteranno di ostacolare i due testimoni ma le forze del male non prevarranno su di essi finché non abbiano compiuto la loro testimonianza. Portatala a compimento, essi verranno uccisi dai nemici di Dio; questi faranno grande festa per la loro morte. Ma il trionfo della bestia è solo apparente, il Signore risuscita i suoi testimoni e li trae al cielo.

Quelli che sembravano sconfitti sono in realtà vittoriosi: la vicenda di Gesù si ripete nei suoi discepoli per questo il popolo di Dio glorifica il Signore fondamento della nostra speranza e sicurezza del compimento promesso.

Con un inno meraviglioso di ringraziamento la liturgia celeste contempla Dio che viene a manifestare la sua regalità sulla storia e sul mondo, vinta la ribellione dei popoli Egli viene a giudicare: da una parte i servi di Dio, i santi che, piccoli e grandi, noti e ignoti, temono il Signore, dall'altra quelli che sconvolgono il mondo.

Per i santi la felicità della comunione di vita con Dio!

Sorprendente Cecità

Ap. CC 8-9

È imminente il Giudizio di Dio e Giovanni c'è ne presenta le due facce: di salvezza per chi accetta il progetto del Creatore sull'uomo e di condanna per chi lo rifiuta.
La condanna però è un autocastigo che ci siamo procurati rifiutando Dio e il suo amore e immettendo così nella storia i germi disgregatori di cui amaramente raccogliamo i frutti.

L'apertura del settimo sigillo immette nella visione delle sette trombe che riprende e precisa quelle precedenti. Le prime quattro trombe (c. 8)suonano in rapida successione: le preghiere dei giusti perseguitati che invocano giustizia salgono al cielo insieme col profumo dell'incenso e vengono esaudite, sta per giungere il momento del rendiconto finale. I flagelli che si scatenano, molto simili alle piaghe d'Egitto, appartengono alla scenografia della letteratura apocalittica, le catastrofi grandi e piccole sono quelle che accompagnano storicamente le vicende umane, soprattutto nelle sue epoche critiche.

Al suono della quinta e sesta tromba ancora due visioni di flagelli che ci danno la sensazione complessiva di turbe di cavalieri armati lanciati al galoppo. Gli eserciti dei barbari che premevano ai confini dell'impero diventano l'incarnazione delle forze distruttive che gli uomini scatenano con le loro idolatria. Così gli avvenimenti storici contingenti esprimono paradigmaticamente le distruzioni di tutte le guerre nella storia e il loro significato di giudizio divino.

Ragione dei flagelli, dalla quale gli uomini stupidamente e ciecamente non intendono ritirarsi, è l'idolatria i cui frutti sono le opere malvagie. Per questo il dramma vero ci appare nella conclusione del c. 9: "Gli uomini, scampati allo sterminio, non rinunciarono ad adorare i loro idoli e non si convertirono dalla loro condotta malvagia."

Apri i nostri occhi e il nostro cuore Signore! Guariscici dalla nostra sorprendente cecità!

È giunto il gran giorno...

Apocalisse cc 6-7

Dopo la grande visione del trono di Dio e dell'Agnello inizia l'apertura dei sette sigilli. I primi quattro, aperti rapidamente, sono portatori di sciagura: invasioni, guerra carestia, morte. Mentre narra di queste spaventose sciagure, purtroppo sempre in atto in una parte o nell'altra del mondo, Giovanni ci ricorda che non è ancora la fine.

All'apertura del quinto sigillo cambia la scena, non più la terra ma il cielo, non più sciagure ma l'anticipo della loro conclusione. I martiri sono presso l'altare e chiedono: "Fino a quando, Signore?" La loro domanda è l'eco della preghiera di tutti i perseguitati sulla terra. Tutta la comunità cristiana si unisce alla loro invocazione e non comprende il ritardo di Dio nel fare giustizia.

La pazienza di Dio ad alcuni può sembrare noncuranza, in realtà essa è l'espressione della Sua Misericordia che vuole concedere ai peccatori il tempo e la possibilità di convertirsi; il tempo perché appaia l'abisso del male di cui l'uomo è capace ma anche le vette di coraggio, dedizione, martirio di cui pure è capace.
Quello che stiamo vivendo è il tempo della CONVERSIONE. Arriverà il tempo della Giustizia: sta per arrivare.

Con l'apertura del sesto sigillo la visione assume una dimensione cosmica: il sole, la luna, le stelle, il cielo, i monti e le isole sono coinvolti nella catastrofe. Questa cornice, appartenente a tutti gli scritti apocalittici, evidenzia il dramma del giudizio.
"È giunto il gran giorno dell'ira di Dio, chi potrà resistere?" Per tutti gli uomini, senza distinzione alcuna, giunge il giudizio di Dio, tutti gli orgogliosi che pensano di fare a meno di Dio e si oppongono al suo progetto ora sono invasi dalla paura.

Prima però devono essere segnati sulla fronte i servi di Dio, così sarà visibile la loro appartenenza al Signore e l'angelo sterminatore li potrà risparmiare. La folla degli eletti è incalcolabile, a quelli delle tribù di Israele si aggiunge un numero immenso che proviene da ogni popolo, tribù, nazione,lingua...è il "Nuovo Israele", la Chiesa, non più racchiuso entro i confini di una razza ma in quelli della Fede.

La folla dei salvati canta l'inno di lode e di ringraziamento attorno al trono di Dio e dell'Agnello nella liturgia celeste. "Essi sono quelli che provengono dalla grande tribolazione e hanno lavate le loro vesti nel sangue dell'Agnello". La grande tribolazione allude alle violente persecuzioni subite dai cristiani sotto Diocleziano, ma possono riferirsi a tutte le persecuzioni presenti in ogni tempo nella storia.

Il premio per gli eletti è: la comunione di vita con Dio,"Egli porrà la sua tenda in mezzo a loro"; la cessazione di ogni sofferenza,"non avranno più né fame né sete...Dio asciughera ogni lacrima dai loro occhi"; il Pastore Messia li guiderà e li proteggerà, "li condurrà alle sorgenti dall'acqua della vita".

Consolazione e Avvertimento

Apocalisse cc4-5

Nella visione d'investitura (1,9-20) a Giovanni era stato ordinato: "Scrivi tutto ciò che vedrai, sia ciò che riguarda il presente che ciò che riguarda il futuro".

Nelle lettere alle chiese (cc 2-3) egli ha parlato di ciò che è, ora si appresta a parlare di ciò che avverrà; " Sali quassù, e ti mostrerò ciò che deve ancora accadere" (4,1). Sia il presente che il futuro hanno bisogno di una rivelazione di Dio; non solo il futuro ma anche il senso profondo del presente sfugge al nostro occhio, per comprenderlo è necessario il confronto con la Parola di Dio.

Il quarto capitolo ci presenta la visione del trono di Dio e una meravigliosa liturgia celeste di lode e benedizione al Dio Creatore. Il quinto capitolo ci offre la visione dell'Agnello morto e risorto in una pagina cristologica fra le più importanti del Nuovo Testamento. L'Agnello immolato ma ritto in piedi è il Cristo morto e risorto. Di Dio si celebra la Creazione, dell'Agnello si celebra la Redenzione, il medesimo culto è tributato a Entrambi. Ci troviamo di fronte ad una esplicita affermazione della divinità di Gesù.

La visione ci mostra un libro sigillato, la constatazione che nessuno è in grado di aprirlo e leggerlo. Il pianto del profeta che si placa solo all'affermazione che il Cristo morto e risorto è l'unico in grado di aprire il libro e leggerlo.
Nessuno, se non Cristo, può cogliere e svelare il senso ultimo della storia (il libro sigillato), nella confusione delle vicende umane. Da qui il pianto del profeta, eco della nostra angoscia, del nostro smarrimento.

Gesù è il centro di tutta la Storia,solo contemplando la sua vicenda di morte e resurrezione possiamo comprenderla in profondità: Il disegno di Dio è sempre combattuto,c'è un tempo in cui le forze del male sembrano prevalere, ma l'ultima parola è la vittoria di Cristo che ha vinto il male e la morte.

Da questa pagina giunge a noi una consolazione: ora l'uomo non è più smarrito, gli è offerta la capacità di comprendere, di essere consapevole della volontà e dell'azione salvifica di Dio. E insieme ci giunge un avvertimento: nessuno né in cielo né in terra è in grado di salvarci dallo smarrimento del non senso,non cerchiamo in niente e in nessuno la sicurezza della salvezza se non in Cristo Gesù nostro Redentore.

Chi ha orecchi ascolti

APOCALISSE 2-3

Le sette lettere che introducono il messaggio centrale dell'Apocalisse ci fanno conoscere i problemi di alcune comunità alla fine del primo secolo ma rappresentano i problemi della Chiesa e di ogni comunità ecclesiale in qualsiasi tempo storico.

Costituiscono quindi per noi, a livello comunitario e a livello individuale, un itinerario di conversione. Alla luce della Parola che Cristo rivolge alla sua Chiesa possiamo esaminare la nostra situazione, con le luci e le ombre che la caratterizzano, e discernere gli atteggiamenti e i comportamenti da modificare per corrispondere in modo autentico e non illusorio all'amore di cui siamo oggetto da parte di Dio.

Questo dono d'amore siamo chiamati ad accogliere con viva gratitudine e ad esso rispondere glorificando il Signore con la nostra vita santa, a testimonianza fedele della Sua Santità.

La lettura delle sette lettere ci offrirà un panorama di tipologie di atteggiamenti e comportamenti, starà a noi cercare le somiglianze con i nostri... come comunità e individualmente.

Accogliamo la provocazione e l'invito pressante a crescere nel fervore e nell'amore a Dio e ai fratelli.

Apocalisse

A.1

Il prologo del libro (1,1-3) e la conclusione (22,6-10) costituiscono la cornice che inquadra l'intero messaggio dell'Apocalisse. È un messaggio autorevole che proviene da Dio e da Gesù Cristo, a Giovanni è affidato il compito di comunicarlo alla Chiesa.

E alla sua Chiesa il Signore Gesù, Colui che è il "testimone fedele" del Padre, Colui che "ci ama e ci ha liberato dai nostri peccati nel suo sangue e ha fatto di noi un regno di sacerdoti" (vv 5-6) rivela un messaggio fondamentale di salvezza e di speranza.

La Passione, la Resurrezione, la Glorificazione di Gesù sono la luce che permette di leggere la storia con gli occhi di Dio: "Colui che è, che era e che viene" è il Signore che guida la storia verso il compimento del Regno.

Cosa dobbiamo fare allora in tempi difficili di confusione e persecuzione?

Leggere e ascoltare (liturgia) quindi obbedire e mettere in pratica fedelmente la Parola, senza nulla togliere e nulla aggiungere, decidersi ORA per la conversione, perseverare nella fedeltà a Cristo anche se questo apparentemente porta alla sconfitta: "Beato chi legge... chi ascolta e mette in pratica" (v3).
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Apocalisse

A.1

Il prologo del libro (1,1-3) e la conclusione (22,6-10) costituiscono la cornice che inquadra l'intero messaggio dell'Apocalisse. È un messaggio autorevole che proviene da Dio e da Gesù Cristo, a Giovanni è affidato il compito di comunicarlo alla Chiesa.

E alla sua Chiesa il Signore Gesù, Colui che è il "testimone fedele" del Padre, Colui che "ci ama e ci ha liberato dai nostri peccati nel suo sangue e ha fatto di noi un regno di sacerdoti" (vv 5-6) rivela un messaggio fondamentale di salvezza e di speranza.

La Passione, la Resurrezione, la Glorificazione di Gesù sono la luce che permette di leggere la storia con gli occhi di Dio: "Colui che è, che era e che viene" è il Signore che guida la storia verso il compimento del Regno.

Cosa dobbiamo fare allora in tempi difficili di confusione e persecuzione?

Leggere e ascoltare (liturgia) quindi obbedire e mettere in pratica fedelmente la Parola, senza nulla togliere e nulla aggiungere, decidersi ORA per la conversione, perseverare nella fedeltà a Cristo anche se questo apparentemente porta alla sconfitta: "Beato chi legge... chi ascolta e mette in pratica" (v3).